Un murales realizzato dall’artista peruviano Carlos Atoche, a Capaci alle porte di Palermo. L’opera alta 15 metri e realizzata totalmente a mano libera è dedicata agli abitanti del paese e al loro impegno quotidiano nel tentativo di contrastare il malaffare e la rassegnazione.
Il murales è stato realizzato con i fondi regionali destinati ad iniziative sulla legalità in memoria del giudice Giovanni Falcone.
“Questo murales – dice Carlos Atoche – è una opera inspirata ad una scultura di Michelangelo, una scultura rinascimentale appartenente alla serie dei Prigioni. Una serie affascinante di sculture non finite, dove i protagonisti cercano di “liberarsi” dallo stesso masso che li compone. Nell’opera, un uomo sorregge il peso di un macigno, simboleggiante la Montagna che circonda il paese di Capaci, sinonimo di forza, ma anche della tenacia con cui gli stesi cittadini sono quotidianamente impegnati per riscattare il nome della propria comunità”.
Il Prigioniero nel murales, lotta per la sua libertà, dando la sensazione a noi spettatori, di essersi liberato, da questo senso di fatica dal quale è stato attanagliato da tempo. La sua indipendenza è la stessa dei Capacioti, i quali sono riusciti a trasformare questo peso, in un simbolo di tempra e libertà.
“A Carlos – commenta il Sindaco Pietro Puccio va la nostra gratitudine – per aver accettato l’invito e per aver donato alla nostra comunità’ un’altra sua opera. Contiamo sul dibattito che possano fare scaturire questi murales, con l’obbiettivo di seminare bellezza e imparare a riconoscere una vera opera d’arte”.
“Affrontare questo argomento – dice Antonio Vassallo, che ha curato l’aspetto organizzativo – , non è un’operazione semplice quanto l’esercizio che la memoria storica richiede, come mezzo fondamentale per imparare dal nostro passato e riconoscere le conquiste sociali ottenute nel tempo. Per approfondire e creare coscienza è necessario generare dibattito sull’argomento. Spero che questa opera possa essere un punto di riflessione ed ispirazione per le future generazioni”.