• 21 Novembre 2024 11:22

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

polizzotti-243x300 Benedetto XVI, il senso del servizio, il dono della paroladi Francesco Polizzotti – L’anno appena trascorso si conclude con una notizia che molti di noi temevano ma che speravano non arrivasse mai. Tuttavia, ai più era nota la salute del Papa emerito Benedetto XVI, del suo lento declinare davanti alla vita e al suo naturale decorso. Una sofferenza mai negata ma accolta e ricondotta ad un destino più ampio di quello suo personale. Scriveva come la “carità nella verità pone l’uomo davanti alla stupefacente esperienza del dono” (CV, 34). Questa visione che papa Benedetto ha cercato di preservare e custodire nei suoi anni di pontificato sono il lascito che la comunità cristiana deve saper fare propria.

benedetto-XVI-2-300x200 Benedetto XVI, il senso del servizio, il dono della parolaSi è detto molto sulla personalità del papa tedesco, della rigidità dottrinale e della sua imperterrita posturale teologica. Eppure di tutto questo forse non è emersa la visione offerta alla Chiesa universale, al mondo civile e alla politica perché l’economia, i beni, le relazioni non fossero subordinate ad interessi particolari, profitto senza scrupoli, gestione del potere fine a se stesso. Anche all’interno della Curia romana, Ratzinger ha cercato di condurre una vita orientata alla cordialità e alla mitezza nei rapporti, talvolta riponendo fiducia oltre misura. La stampa ha sempre ripreso gli scandali correlati alle note vicende “Vaticanleaks” facendo le fortune di molti autori di libri ai danni di Benedetto XVI.

papa-francesco-300x169 Benedetto XVI, il senso del servizio, il dono della parolaTutti ricordiamo le influenze esterne alla curia romana e le resistenze insite anche in essa ma anche il travaglio degli scandali legati alla pedofilia e al carrierismo. Carrierismo e vanità, peccati nella Chiesa dichiarava il papa emerito nel discorso al concistoro e poi nell’omelia della messa di domenica 19 febbraio 2013, con la decisione del Papa di indire un anno della fede e di insistere sulla nuova evangelizzazione. A commento di questa decisione riporto le parole dell’allora Arcivescovo di Buenos Aires Card. Jorge Mario Bergoglio: «Benedetto XVI insiste nell’indicare come prioritario il rinnovamento della fede, e presenta la fede come un regalo da trasmettere, un dono da offrire, da condividere un atto di gratuità. Non un possesso, ma una missione. Questa priorità indicata dal Papa ha una dimensione di memoria: con l’Anno della fede facciamo memoria del dono ricevuto. E questo poggia su tre pilastri: la memoria dell’essere stati scelti, la memoria della promessa che ci è stata fatta e dell’alleanza che Dio ha stretto con noi. Siamo chiamati a rinnovare l’alleanza, la nostra appartenenza al popolo fedele a Dio». E aggiungeva già allora come «però se la Chiesa rimane chiusa in se stessa, autoreferenziale, invecchia. E tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima». Nelle intenzioni di Benedetto XVI il richiamo ai cardinali per un servizio autentico perché nella difesa della verità la si proponga con umiltà e convinzione, testimoniandola nella vita come forme esigenti e insostituibili di carità, la quale «si compiace della verità» (1 Cor 13,6).

benedetto-XVI-300x200 Benedetto XVI, il senso del servizio, il dono della parolaNella lettera enciclica “Deus caritas est” del 2005, Benedetto XVI ha voluto intraprendere un percorso di sull’amore cristiano che prima di tutto fosse amore tra i membri della Chiesa. Nell’introduzione leggiamo come: «Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui» (1 Gv 4, 16). Queste parole della Prima Lettera di Giovanni esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l’immagine cristiana di Dio e anche la conseguente immagine dell’uomo e del suo cammino. Inoltre, in questo stesso versetto, Giovanni ci offre per così dire una formula sintetica dell’esistenza cristiana: «Noi abbiamo riconosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto». Questa riconoscenza prende forma nella speranza in Cristo e nella capacità dell’uomo di operare il bene. Una speranza affidabile, che si manifesta anche là dove viene messa a confronto l’esistenza cristiana con la vita prima della fede o con la situazione dei seguaci di altre religioni, scrive successivamente nell’altra enciclica “Spes salvi” (2007).

benedetto-XVI-300x200 Benedetto XVI, il senso del servizio, il dono della parolaIl teologo Ratzinger ha vissuto i suoi 8 anni di pontificato consapevole del peso delle responsabilità e del governo della Chiesa. Quando l’11 febbraio 2013, in occasione di un Concistoro convocato di per sé per stabilire la data della canonizzazione dei martiri di Otranto, Benedetto XVI prende inaspettatamente ancora una volta la parola e legge in latino la dichiarazione della sua volontà di rinunciare al pontificato, la sorpresa è grande in tutto il mondo, perché davvero pochissime persone vi erano preparate: «Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino».

Il Papa dice brevemente, ma con piena chiarezza, che ha sentito una diminuzione «del vigore sia del corpo sia dell’animo», che lo rende incapace «di amministrare bene il ministero a lui affidato», tenendo presenti le esigenze del governo della Chiesa «nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della Chiesa». La rinuncia è compiuta «in piena libertà», e la Sede Vacante inizierà il 28 febbraio, alle ore 20.

benedetto-XVI-3-300x162 Benedetto XVI, il senso del servizio, il dono della parolaNon è mancato mai nelle sue pubblicazioni, scritti, saggi, lettere il carattere  personale della fede cristiana «Il senso del mondo è […] il “tu” […]. La fede, pertanto, è trovare un “tu” – scrive Ratzinger – che mi sostiene e che, nell’incompiutezza di ogni incontro umano, mi accorda la promessa di un indistruttibile amore, che non solo aspira all’eternità, ma ce la accorda» (J. Ratzinger, Introduzione al Cristianesimo, Brescia, Queriniana, 200312, 46 s..).

Papa Benedetto XVI ci lascia tra le tante cose presenti nei suoi scritti e documenti magisteriali alcuni esercizi che ciascun battezzato dovrebbe praticare nella propria vita e nel proprio servizio agli altri:

  • il “collaborare nella verità”, come espresso dal suo motto inscritto nello stemma papale. Un collaborare come discepoli interessati alla vita di Gesù e al suo annuncio;
  • l’umiltà di fronte alle altissime esigenze del servizio di Pietro, e di coraggio nell’aprire una via che già era prevista dal diritto della Chiesa, ma da secoli nessuno aveva ancora percorso. Un atto che spiazza e che indica ai credenti e ai non credenti quanto sia importante non anteporre la propria esistenza ad un bene più grande a cui si è stati chiamati “a tempo”;
  • il vegliare su tutta la Chiesa e sul successore Papa Francesco, una presenza nell’assenza di un uomo che la salute ha tentato fino all’ultimo di far tacere ma che dal monastero Mater Ecclesiae infondeva sicurezza e fortezza;
  • il proporre la fede per attrazione, architrave su cui si è rilanciata l’esperienza della nuova evangelizzazione, una fede che da invito si fa accoglienza e condivisione e non indottrinamento e inculturazione.

Non vi è alcun dubbio che il pontificato di Benedetto XVI sia stato caratterizzato dal suo magistero più che dall’azione di governo. «Sapevo bene che la mia forza — se ne avevo una — era quella della presentazione della fede in modo adatto alla cultura del nostro tempo». Così riprende il pensiero di Joseph Ratzinger, Padre Federico Lombardi ricordando il papa emerito. «Non aveva paura del confronto con idee e posizioni diverse, guardava con lealtà e lungimiranza ai grandi interrogativi, all’oscurarsi della presenza di Dio».

E di questi interrogativi che ha di bisogno la Chiesa, perché più ci si interroga più è possibile cogliere la volontà di Dio. Un Dio che chiama, seduce, benedice e che parla alle donne e agli uomini di ogni tempo. Servizio e Parola che si interpellano e suggeriscono ai figli di Dio, ai discepoli del Maestro vita nuova, gesti ispirati al bene e alla cura degli altri.