• 22 Novembre 2024 4:56

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Santa Lucia

Letture: Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30

Riflessione biblica

“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,1-12). Nella festa di S. Lucia, l’ottava beatitudine ci fa riflettere su una realtà profonda del nostro vivere cristiano e che abbiamo esperimentato nel battesimo: “Siamo stati sepolti insieme a Cristo nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova”. E Lucia, per amore di Cristo, verità e luce, si unì a lui nel suo mistero di morte e risurrezione e divenne “testimone della luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). Persino il suo nome risplende della luce di Dio e gli dà sicurezza: “Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?” (Sal 27,1). La sua vita, offerta nel martirio a Cristo, fu testimonianza di luce: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). Senza paura delle minacce del suo carnefice, rimase ferma nella sua professione di fede, sapendo che solo Cristo è la verità: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi (Gv 8,32). Rimase ferma nel suo amore a Cristo, offrendo tutta se stessa: “Ecco quello che ho fatto, umile serva: ho sacrificato al Dio vivente. Ora non mi resta più nulla, e offro me stessa” (Liturgia delle lodi). E così Lucia, vera innamorata di Gesù e di Dio, fu “libera di cuore”: risplendette in lei la beatitudine degli innamorati di Dio: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8). Il suo cuore era diretto a Dio, la sua mente a Cristo, il suo tesoro prezioso, la sua vita fu sacrificio vivente, santo e gradito a Dio (Rom 12,1).

Lettura esistenziale

“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5, 3). Questo celebre brano del Vangelo, rispecchia ciò che i Santi hanno incarnato nella loro vita, e ciò che ciascun cristiano è chiamato a vivere. La Chiesa in cammino, che accoglie al suo interno santi e peccatori, ci invita a guardare alla verità profonda di ogni uomo: in ognuno di noi c’è un santo potenziale. Su ciascun uomo, Dio ha un disegno, un sogno da realizzare. Il santo è colui che ha scoperto questo disegno e l’ha realizzato, aprendo il cuore alla grazia di Dio e lasciandola agire nella propria vita. I Santi non sono persone lontane da noi, essi non aspettano altro che aiutarci a sperimentare anche noi l’immensa gioia che essi hanno vissuto, dobbiamo dunque considerarli nostri amici e consiglieri, nostri fratelli e maestri. È avvicinandoci a Dio, il Santo per eccellenza, anzi il tre volte Santo, che anche noi ci santifichiamo. La Bibbia parla spesso di Dio e della sua santità, della la sua perfezione di amore, di luce di pace. Lui è il Santo, il totalmente Altro ma, ci rivela la Scrittura, Dio desidera fortemente condividere la sua santità con il suo popolo. Dio ci vede già santi, vede in noi la pienezza che noi neppure osiamo immaginare, accontentandoci spesso della nostra mediocrità. Scriveva un grande letterato francese: “Non c’è che una tristezza, quella di non essere santi”. Quant’è vero! Il santo è tutto ciò che di più bello e nobile esiste nella natura umana, in ciascuno di noi esiste la nostalgia alla santità, a ciò che siamo chiamati a diventare: ascoltiamo e assecondiamo questa nostalgia di bene.