Due stagioni vissute con la maglia rosanero che lo hanno vestito di azzurro fino al trionfo nel Mondiale del 2006. A poche settimane da un altro appuntamento clou per la Nazionale – gli Europei in Germania – Simone Barone fa il punto sulla stagione del club, sul futuro della squadra che lo ha lanciato nel grande calcio e sull’avventura dell’Italia all’Europeo: “Sono molto legato a Palermo, dopo Parma, città in cui sono nato, è la mia seconda casa”, ha detto Barone a margine della Mediolanum Padel Cup in corso al Country Time Club di Mondello, dove si è esibito in un match amichevole insieme a Marco Amelia, Stefano Fiore e Vincent Candela. “Qui ho fatto due stagioni incredibili in Serie A, di cui una con piazzamento in Europa. Poi sono stato convocato per i Mondiali insieme ad altri quattro compagni di squadra (Luca Toni, Cristian Zaccardo, Andrea Barzagli e Fabio Grosso, ndr). Sono legato a Palermo e tifo Palermo, e mi auguro che torni presto in Serie A: lo merità la città, le persone, che hanno un calore e un tifo incredibile. L’augurio è che possa tornare dove merita, cioè in Serie A. Quest’anno avevano una buona squadra e hanno fatto molto bene, conosco il progetto e conosco la proprietà, persone molto serie con le idee chiare e credo che il prossimo anno sarà l’anno del Palermo”. Poi, ecco l’azzurro: “Sicuramente non siamo favoriti, ma quando non lo siamo riusciamo sempre a tirare fuori qualcosa di importante. Siamo latini e come ci disse una volta Marcello Lippi, i latini nelle difficoltà tirano fuori il meglio. Sono convinto che faremo un ottimo Europeo, anche se ci sono tre/quattro squadre più forti. E’ una competizione breve e in questo tipo di tornei può succedere di tutto”, conclude.
Marco Amelia: “A Palermo sarei rimasto per sempre, andare via fu un dolore enorme. L’Europeo? Spalletti è una garanzia”
Una sola stagione con il Palermo gli è bastata per cementare un legame fortissimo con la città, in cui torna regolarmente anche a tanti anni di distanza. Marco Amelia, campione del mondo 2006, si racconta a margine della Mediolanum Padel Cup in corso al Country Time Club di Mondello, dove ha disputato il torneo ProAm Exhibition dedicato alle legend del pallone con Simone Barone, Stefano Fuore e Vincent Candela. “A Palermo mi sarei fermato per sempre. Ero arrivato con mia moglie, eravamo giovani ma abbiamo sentito subito il calore di una città incredibile. Avevamo comprato casa ed era bello vivere a Mondello, la gente ci voleva bene ed era accogliente e ho giocato qui nel periodo migliore del Palermo – dice – Poi bisogna rispettare le regole del calcio e quando è arrivata la cessione l’ho dovuta accettare, anche se avrei voluto rimanere e mi è dispiaciuto da morire andare via. Ma qui torno regolarmente tutti gli anni, ho tanti amici e ho mantenuto un bel rapporto con la città”, continua Amelia, che a Palermo è anche testimonial dell’European Soccer Camp, lo stage organizzato dalla La Cavera Academy, dove sono impegnati più di 80 giovani calciatori provenienti da diverse parti d’Europa. Amelia fa poi il punto sulla Nazionale e sugli Europei in arrivo tra pochi giorni: “Percepisco una grande positività, credo che Spalletti abbia dato la linea da seguire già prima del ritiro, dando le regole da seguire mesi fa, perché è un Europeo e non una scampagnata. L’Italia deve essere protagonista, ha trasmesso questa mentalità, e la stessa mentalità dovremmo averla tutti, anche da fuori. Poi ci giocheremo tutte le gare, saranno tutte difficili ma ripeto, percepisco positività”. Infine, il padel, Candela e Fiore sono due ‘fissati’, Marco ride: “Loro sono dei malati di padel, giocano 200 partite a settimana, io un paio e prendo lezione per migliorare e avere un modo per restare in forma (perfetta, ndr) fisicamente”. Gli chiediamo se è più facile fermare Ronaldinho dal dischetto o ‘leggere’ la bandeja di Stefano Fiore – contro cui ha perso nel match del Country Time Club – uno dei colpi chiave del padel: “A Ronaldinho parai due rigori, quindi molto più temibile la bandeja di Stefano!”, conclude ridendo Amelia.