Chi siamo? Dove siamo? Dove vogliamo andare? Con queste domande si sono aperti i lavori diocesani dell’Azione Cattolica presso il Seminario vescovile di Mazara del Vallo. Ad aprirli è stata la presidente diocesana AC Enza Luppino, insieme al Vescovo mons. Angelo Giurdanella. «Vogliamo interrogarci sulla nostra realtà diocesana per cogliere quei segnali che ci permettono di integrarci ancora di più con le altre realtà presenti sul territorio. Abbiamo lavorato durante la pandemia con tutto il consiglio cercando di non lasciare indietro nessuno. Adesso vogliamo ripartire superando incomprensioni e difficoltà che in questo tempo incerto stanno emergendo in seno alla nostra associazione. Vogliamo ripartire dalle nostre associazioni parrocchiali, con i nostri assistenti e con tutti i singoli soci. Noi ci siamo», ha detto Enza Luppino.
«Il Signore ci parla attraverso le persone e gli eventi – ha detto il Vescovo – la cosa peggioreche possa verificarsi nel dopo pandemia, come dice papa Francesco, sarebbe quella di non apprendere insegnamenti. Ma noi come chiesa abbiamo appreso che da soli non si va da nessuna parte. Siamo tutti sulla stessa barca con le nostre fragilità e ciò che ci fa diventare generativi è sapere abitare le fragilità nostre e degli altri».
Dal dibattito sono emerse alcune linee di condotta: in primis, un approccio amichevole e gioioso con le associazioni parrocchiali; scelta delle priorità e delle attenzioni; mettersi in ascolto e sentirsi provocati dai nostri ragazzi; utilizzare un linguaggio che permetta di cogliere le domande e trovare insieme le risposte; programmare incontri di formazione adeguati ai nostri tempi e cogliere dai testi educativi ciò che utile al nostro contesto sociale e del territorio.
Il Vescovo ha rivolto all’assemblea una domanda: quale AC per questo nostro tempo? «Sicuramente non può essere l’AC della lamentela – ha detto il Vescovo – dite solo “noi ci siamo” perché noi siamo discepoli abilitati a essere testimoni del Vangelo. Siate nelle vostre parrocchie sale e lievito, siate una presenza silenziosa e discreta con il carisma di promuovere e tenere unita la fede al servizio della Chiesa e della società».
«Bisogna riflettere sulla parola servizio – ha concluso la Luppino – servizio che prestiamo alla Chiesa e all’Azione Cattolica. Siamo al servizio gli uni degli altri camminando insieme e avendo la cura di raggiungere tutti e non lasciare nessuno indietro. Prendiamoci cura dei nostri assistenti come membri attivi della nostra famiglia. Noi di AC ci siamo sempre».