di Francesco Polizzotti – Può sembrare strano per una aggregazione ecclesiale come l’Azione Cattolica Italiana sentirsi dire: “Fate chiasso”! Eppure sono state le parole che Papa Francesco ha rivolto a Mons. Claudio Giuliodori, dal 4 marzo 2023 assistente ecclesiastico generale dell’ Azione Cattolica Italiana, quando lo ha nominato alla guida dell’Ac.
Salutando i partecipanti dell’incontro regionale dell’AC siciliana, tenutosi presso il centro culturale fieristico “Le Ciminiere” di Catania domenica 7 maggio 2023 con la Presidenza nazionale, Mons. Giuliodori ha voluto raccontare come Francesco nel linguaggio proprio di pastore semplice e audace ha invitato l’associazione a farsi sentire.
Presenti all’incontro circa 500 partecipanti, provenienti da tutte le 18 diocesi della Regione Ecclesiastica Sicilia.
A guidare l’incontro Giuseppe Notarstefano, siciliano, Presidente nazionale, il quale non ha nascosto certa emozione per ritrovarsi in mezzo alla propria gente, associazioni diocesane e parrocchiali a lui molto care perché ha avuto modo di conoscerle negli anni di impegno nell’associazione, dapprima come Presidente diocesano, poi come Responsabile nazionale ACR, prima di arrivare a ricoprire negli ultimi 6 anni la carica più importante.
Nelle parole di Notarstefano l’invito per una Ac che faccia rete, costruisca alleanze, si faccia “tenda”, cioè accoglienti, cordiali, attenti ad ogni persona perché possa farsi ancora interprete di una dimensione comunitaria che si lascia interpellare dalle preoccupazioni di ogni uomo e donna, che sappia parlare un linguaggio onesto che non si fonda sull’idea di essere insostituibili. Una realtà anche politica, cioè di un’associazione che viva le vicende del proprio tempo, le apprensioni che si presentano nelle nostre parrocchie e nelle case, capace di leggere la realtà, coglierne i bisogni, offrire una riflessione per tutti attraverso i diversi settori dell’associazione (adulti, giovani, ACR) e le “braccia” protese a tutto l’arco della vita rappresentato anche dai movimenti come il Movimento Studenti di Ac e il Movimento Lavoratori di Ac.
Il paese ha ancora bisogno di questa grande realtà. A dimostrarlo gli interventi dialoganti con la presidenza. Lo stare con Pietro, i vescovi, i Pastori con la certezza di una presenza profetica che esprime gratitudine al Signore per ciò che ha donato alla Chiesa per il tramite di figure laiche chiamate con particolare anelito alla “scuola della santità”. La gioia della recente udienza generale con papa Francesco, in occasione del primo anniversario dalla Canonizzazione della Beata Armida Barelli, tenutasi il 22 aprile 2023 proprio in Piazza San Pietro è ancora avvertita dai partecipanti. Dalle associazioni diocesane la richiesta di una maggiore sinergie tra l’Ac e le diocesi, un rinnovato impegno anche in termini di proposte politiche su cui spendersi e ritrovarsi, un richiamo alla “scelta religiosa” non come pagina della storia associativa ma come annuncio sempre attuale di un’Azione cattolica sensibile all’accompagnamento spirituale e di una maggiore coscienza comune davanti alle questioni del paese.
La dimensione sociale ed ecclesiale dell’Azione cattolica rappresenta ancora oggi una risorsa importante per la formazione delle coscienze e della Persona. L’impianto educativo, i cammini formativi, le scelte progettuali danno a questa realtà una sua peculiarità perché capace di ascolto, dialogo, proposta, impegno. Non sono i numeri di una volta, forse determinati da certo attivismo proteso ad una immagine di società ideale verso cui incamminarsi e misurarsi. Una stagione che certamente ha contribuito ad una fase delicatissima del nostro Paese, offrendo donne e uomini che con generosità hanno saputo assumersi impegni politici, di rappresentanza sociale, di avanguardia in un contesto democratico nuovo, da ricostruire. Così come l’estremo sacrifico di personalità dell’associazione, caratterizzati dalle uccisioni di Vittorio Bachelet e Aldo Moro nel tentativo di pacificazione negli anni duri del terrorismo. Ma erano anche anni sul piano ecclesiale che aprivano alla grande sfida del Concilio Ecumenico Vaticano II, evento che ha cambiato la storia ed il movimento cattolico. La Chiesa avvertiva, nella sua parte più sensibile, i segni della crisi, i profondi cambiamenti intervenuti dopo il secondo conflitto mondiale. E l’Azione cattolica di questa parte più sensibile è stata l’espressione più importante. Oggi, l’Azione cattolica continua a vivere questo dono, quello di incontrare ogni uomo in ogni parrocchia, nelle vicende umane che lo attraversano, nei luoghi di lavoro e della politica, per poterlo aiutare a vivere bene il tempo presente e guardare al futuro con speranza ed impegno. Un’Ac che non guarda al passato ma che si offre – anche in un tempo di crisi di relazioni e di aumento delle disuguaglianze – come esperienza formativa di “cattolici attivi” come richiamato dall’assistente generale Mons. Claudio Giuliodori durante la celebrazione eucaristica che ha concluso il momento assembleare.