• 21 Novembre 2024 22:59

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Autostrade siciliane: lavori e disagi, un’altra estate in coda?

“Tir ribaltato sulla A18, traffico in tilt”. “Incidente sulla A18 Messina-Catania, traffico paralizzato”. “Scontro autopullman, incidente sulla A18 Messina-Catania”. “Autostrada A20, pezzo di un aeratore crolla su auto in transito”. “Grave incidente sull’autostrada A20 Messina-Palermo, 10 veicoli coinvolti”. “Incidente sulla Messina Palermo, un’auto si ribalta e finisce fuori strada”. “Camion in panne e incidente sull’autostrada A20, traffico in tilt in direzione di Messina”. “Oltre 2 ore in fila, la Catania-Messina è un viaggio infinito”.

Sono queste le notizie di cronaca che riguardano due dei tratti autostradali più importanti dell’isola, due tratti, va ricordato, per le quali è prevista una tariffa di pedaggio che, dal 1° febbraio scorso, è cresciuta in osservanza a un adeguamento previsto dall’applicazione dell’articolo 8 comma 9 del decreto legge 30 dicembre 2023 numero 215. Oltre al danno, quindi, la beffa perché pagare per percorrere un tratto autostradale significa riempire il castelletto economico del gestore che è reimpiegato per la manutenzione, l’ammodernamento, la messa in sicurezza e la gestione della rete.

“Alla fine della fiera”, quindi, i fruitori dei due tratti autostradali stanno pagando non solo economicamente perché, oltre a sostenerne le spese di manutenzione, ne subiscono le conseguenze sui tempi di percorrenza, sui disagi dovuti al “traffico in tilt” che, spesso, producono stress, rabbia e sudore. Non solo, perché programmare, ad esempio, una prenotazione per raggiungere una delle isole minori deve oggi tenere conto di una variabile sconosciuta, quella relativa all’orario di arrivo. L’alternativa è muoversi con largo anticipo pagando comunque il prezzo di rischiare di arrivare all’ultimo minuto oppure, in remoti casi fortunati, arrivare a destinazione diverse ore prima dell’imbarco, inutilmente, e aspettare al porto.

Nel settembre 2020, insieme a alcune associazioni di consumatori, Cittadinanzattiva presentò un ricco esposto-denuncia alla Procura di Messina, dall’eloquente titolo “Attentato alla sicurezza dei trasporti”. All’esposto erano allegate prove video per rendere edotta la Procura su quanto stava succedendo. Nel 2021 l’ingegnere Placido Migliorino, l’ispettore inviato dal Ministero per le Infrastrutture in Sicilia in seguito al sequestro dei cavalcavia da parte della procura di Barcellona Pozzo di Gotto, eseguì una serie di controlli e redasse un documentato rapporto.

L’ingegnere passò al setaccio 22 viadotti, 8 gallerie, 5 cavalcavia e altri tratti della Messina-Palermo, sotto il mirino degli inquirenti. A proposito delle inefficienze, criticità, disservizi e rischi relativi alle autostrade Messina-Palermo e Messina-Catania, appunto la A20 e la A18, il contenuto del “rapporto Migliorino” non aveva dubbi e accusava il Cas di una serie di inadempienze che metterebbero a rischio l’utenza dell’autostrada.

I siciliani pagano all’Anas 11 milioni di canone annuo

“Adesso basta – spiegò l’associazione – i siciliani pagano all’Anas 11 milioni di canone annuo e continuano a rischiare la vita tutti i giorni, bisogna passare dalle dichiarazioni ai fatti, si pretende la revoca della concessione al Cas Consorzio delle Autostrade Siciliane, l’abolizione del pedaggio e il declassamento delle due tratte (…) Il Cas è un carrozzone creato contro lo Statuto dei siciliani e alimentato dalla politica regionale, che colpevolmente non ha mai messo ai vertici manager del settore e di grande esperienza, tale situazione ha prodotto solo danni materiali e di immagine alla Sicilia, inimicandosi tutti: utenti, la deputazione nazionale e regionale, amministratori locali, sindaci, sindacati, un vero primato, senza dimenticare le sette inchieste della magistratura in sette anni. L’abbandono continua a produrre, una miriade d’incidenti, piccoli, grandi e alcuni anche mortali. Le inadempienze e la disorganizzazione del Cas, denunciata dai sindacati, anche da quelli della Polizia Stradale, sono palesi”.

Rileggendo oggi le osservazioni contenute nel rapporto di Migliorino potremmo dire che lo spirito gattopardesco dell’isola si può applicare anche alle sue infrastrutture e, purtroppo, non è mutato. Viadotti che crollano, gallerie senza i servizi di sicurezza necessari e prescritti per legge sono state attenzionate, ma il tempo ha contribuito all’erosione di altri parti delle tratte autostradali e le interruzioni per lavori anziché chiudersi si sono spostate.

Poco sicure le strade e le autostrade siciliane

Su quanto siano poco sicure le strade e le autostrade siciliane arriva la conferma dal rapporto realizzato nel 2023 da Istat. Sulla base dei dati contenuti nel report, sono 10.444 gli incidenti stradali che si sono verificati in Sicilia nel 2022, incidenti che hanno causato la morte di 226 persone e il ferimento di quasi 16mila. Un anno, il 2022, che è stato caratterizzato da una netta ripresa della mobilità e, come conseguenza, dell’incidentalità stradale. Rispetto al 2021 sono aumentati gli incidenti, +5,0%, e i feriti, +5,2%. Seppur il maggior numero d’incidenti, il 77% del totale ossia 8.043, si sia verificato sulle strade urbane, gli incidenti più gravi avvengono sulle altre strade e sulle autostrade, dove si sono riscontrati oltre 3 morti ogni 100 incidenti.

Oltre al Consorzio per le Autostrade Siciliane, organismo al 92% della Regione Sicilia, responsabile delle autostrade A20 Messina-Palermo, A18 Messina-Catania e della Siracusa-Gela, la rete autostradale siciliana è gestita da Anas. La società appartiene al Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ed è parte del “Polo Infrastrutture” insieme a Rfi, la capofila, Italferr e Ferrovie del Sud Est. Gestisce tra l’altro l’autostrada A19 “Palermo-Catania”, lunga quasi 193 km.

fine aprile sono tornati percorribili quattro viadotti autostradali, “migliorando – come si legge in una nota diffusa da Anas – la fluidità del traffico sulla Palermo-Catania e la sicurezza degli automobilisti. In occasione della riapertura, il presidente della Regione Schifani si è sbilanciato sulla fine dei lavori: “Entro dicembre 2026 contiamo di rendere completamente o quasi totalmente libera quest’autostrada che non era mai stata oggetto di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria”.

“Anas ha ultimato i lavori di riqualificazione su quattro viadotti e una galleria nella carreggiata, tra il km 53,000 e il km 54,800, tra gli svincoli di Buonfornello e Scillato, in direzione Catania, come previsto dal piano di manutenzione da 1,1 miliardi di euro in corso su tutta l’autostrada – continua il comunicato -. I lavori appena conclusi, oltre a prolungare sensibilmente la vita utile dell’infrastruttura realizzata oltre cinquant’anni fa, hanno permesso un notevole incremento del livello di servizio e delle condizioni di sicurezza della circolazione”.

La riapertura del tratto autostradale è stata l’occasione per fare il punto sui lavori conclusi dall’inizio del commissariamento: “Dieci cantieri per un valore di 27 milioni di euro. Altri tre da 105 milioni di euro sono stati avviati alla fine dell’anno scorso, ai quali si aggiungono altri tre da 22 milioni in questi primi mesi del 2024. Entro la fine dell’anno partiranno lavori per 100 milioni e verranno ultimati altri 13 cantieri per un ammontare di circa 85 milioni. Su input del commissario Schifani, da metà luglio a settembre, alcuni cantieri autostradali verranno sospesi per rendere più scorrevole il traffico nel periodo estivo. L’obiettivo per il futuro è quello di non superare contemporaneamente i 30 chilometri di zone chiuse sui 190 complessivi”.

(Fonte: qds.it – Roberto Greco)