• 22 Novembre 2024 0:55

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

San Giustino

Letture: Gd 1,17.20-25; Sal 62; Mc 11,27-33

Riflessione biblica

“Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?” (Mc 11,27-33). Veramente la risposta Gesù l’ha data: “Chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato” (Gv 13,20). Egli agiva con la stessa “autorità” di Dio. Giovanni Battista, profeta di Dio, testimoniò con coraggio: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio” (Gv 1,32-34). Lo testimoniava la gente: “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!” (Mc 1,27). Il problema non sta nel sapere con quale autorità Gesù annunciava il Regno di Dio o compiva i miracoli, ma nell’accettare Gesù e credere in lui: : “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17,3). È abbandonarsi all’azione vivificante e trasformante di Gesù, che mediante il suo Spirito Santo opera nei nostri cuori. È sperimentare che Gesù è la via che ci conduce alla verità e alla vita (Gv 14,6). È operare nel suo amore, per essere in comunione con lui e con il Padre: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore” (Gv 15,9-10). La risposta da dare a Gesù è credere in lui, decidersi per lui, impegnarsi con lui e proclamarlo Signore della nostra vita: “Se con la tua bocca proclamerai: ‘Gesù è il Signore!’ e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza” (Rom 10,9-10)

Lettura esistenziale

“Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farlo?»” (Mc 11, 27s).  Le cose fatte da Gesù, a cui alludono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani, nel Vangelo di oggi, sono i gesti di purificazione che Gesù ha compiuto nel tempio. Ponendo a Gesù questa domanda, questi esponenti del Sinedrio in altre parole vogliono dire a Gesù: “Tu hai esercitato un gesto di autorità nel tempio, dove siamo noi i detentori dell’autorità: ma a quale titolo lo hai fatto? Chi ti ha dato questa autorità?” “Ma Gesù disse loro: «Vi farò anch’io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi»”. Gesù sa bene che non ammetteranno mai la straordinarietà di Giovanni, e non lo faranno per mancanza di lealtà. E a chi non è leale non si può nemmeno dare una cosa vera. È infatti forse il problema di tutti noi, che facciamo fatica a riconoscere nell’atteggiamento di questi scribi e di questi anziani la nostra medesima mentalità. Il più delle volte infatti a noi interessa cadere in piedi e non prendere sul serio la verità che Cristo è venuto ad annunciarci. Invece una fede autenticamente cristiana innanzitutto è l’esperienza di lasciarsi mettere in crisi dal messaggio di Cristo. Di sentire rivolte personalmente a ciascuno di noi le sue parole.