Si è svolta ieri sera alle 21:15, presso la Basilica papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, la prima serata del Triduo in preparazione della solennità di san Francesco.
La liturgia è stata presieduta da fr. Antonino Catalfamo OFM, Ministro Provinciale dei Frati Minori di Sicilia. Quest’anno sarà la Regione Siciliana, infatti, a donare l’olio che alimenta la Lampada votiva dei Comuni d’Italia che arde sulla Tomba del Santo.
La Sicilia, terra di bellezza, fede e tradizioni
«La solare Sicilia, terra che loda l’Altissimu, onnipotente bon Signore con la bellezza dei suoi paesaggi, la ricchezza della sua storia e cultura e il calore delle sue tradizioni… Terra di fede attenta nel celebrare le sue memorie, come il prossimo IV Centenario del ritrovamento della grotta e delle reliquie di santa Rosalia, patrona di Palermo, e terra che vedrà nel 2025 Agrigento capitale italiana della Cultura… Questo e infinitamente altro è la Sicilia che si appresta a venerare il 3 e il 4 ottobre, a nome dell’Italia Intera san Francesco d’Assisi patrono d’Italia, facendosi pellegrina qui nella terra del Poverello».
Con queste parole il Custode della Porziuncola, fr. Massimo Travascio, ha accolto il Ministro Provinciale, nell’importante appuntamento che apre solennemente la festa di San Francesco, alle soglie dell’VIII Centenario del Cantico delle Creature (che verrà aperto l’11 gennaio 2025). Il Custode ha fatto riferimento a Santa Rosali e a San Benedetto da San Fratello, frate Minore figlio di schiavi, nato in Sicilia nel 1524 e morto nel 1589. Quest’anno si sta appunto celebrando il V centenario della nascita.
Simeone: il coraggio della speranza
«Alla luce anche degli anni centenari che stiamo vivendo – ha detto fr. Antonino nella sua riflessione (vedi la clip di seguito) – ho deciso di proporre un piccolissimo itinerario che inizia da Greccio, per poi andare a La Verna e si concluderà alla Porziuncola».
Partendo dalla figura del vecchio Simeone del brano del Vangelo di Luca proposto dalla liturgia, il predicatore ha sottolineato come abbia attraversato tutta la sua esistenza «non come gli sciocchi ottimisti, che credono che le cose andranno sempre bene, ma come coloro che hanno il coraggio di credere nella sapienza della Scrittura. Come coloro che sanno che accanto all’ottimismo c’è qualcosa di più importante: la speranza».
Speranza che rimanda alla grazia del perdono del prossimo Giubileo che è alle porte.
«Simeone è un uomo di speranza perché attende di poter tenere tra le braccia il Messia, certo che il Signore manterrà la sua promessa. Vedere il Messia suscita nel suo cuore stupore e ammirazione: lo stesso stupore e la stessa ammirazione che Francesco prova quando a Greccio per la prima volta realizza la rappresentazione del presepe».
Greccio: Parola e Eucarestia
«Riusciremo a vedere qualcosa che ci dona definitivamente pace? Come Simeone che vede il Messia? Come Francesco che contempla il bambino di Betlemme?». «L’esperienza di Francesco – ha continuato il Ministro – ci ricorda che a Greccio i misteri sono due: la Parola di Dio e l’Eucarestia. Greccio è luogo di incontro dove Francesco contempla la Parola che si fa carne: ma si fa carne anche nell’Eucarestia – che è ciò che di più caro abbiamo nella nostra vita».
La possibilità di sperimentare l’umanità redenta
Greccio ricorda che nella nostra vita c’è la possibilità di sperimentare l’umanità redenta dal Figlio di Dio e che continua a diventare bambino nella nostra storia. «Simeone vede il Messia come Francesco contempla il bambino di Betlemme adagiato sulla mangiatoia: nel bambino di Greccio Dio ci ricorda che il futuro dell’umanità è fragile e non dipende dal successo, né dalle conquiste. Dipende dal nostro atteggiamento di fronte alla fragilità e alla morte. Quando ognuno di noi si mostra nella sua debolezza non riceve giudizio e condanna ma un’identificazione di lui nel cuore e nella storia».
(Fonte: assisiofm.it)