Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Sabato della XXVII settimana del Tempo Ordinario
Letture: Gal 3,22-29 Sal 104 Lc 11,27-28
Riflessione biblica
“Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” (Lc 11,27-28). L’avverbio “piuttosto” non tragga in inganno. Introduce, infatti, una lode grande a Maria e ce la propone come modello della sequela di Gesù: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Dietro l’esempio di Maria, il Vangelo ci propone tre insegnamenti molto impegnativi per la vita spirituale: ascoltare la parola, accoglierla e osservarla. Ascoltare la parola di Dio: “La fede dipende dall’ascolto e l’ascolto dalla parola di Cristo” (Rom 10,17). Deve essere un ascolto attento, assiduo, costante: “Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma meditalo giorno e notte, per osservare e mettere in pratica tutto quanto vi è scritto; così porterai a buon fine il tuo cammino e avrai successo” (Gs 1.8). Deve riempire il cuore di gioia: “Beato l’uomo che nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte” (Sal 1,2). Accogliere la parola di Dio: “Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore” (Ger 15,16). La parola di Dio colmi la mente e il cuore, per comprenderla con intelligenza e sapienza, per essere docili e agire con sovrabbondanza di amore. Nella misura della nostra docilità allo Spirito di Dio e alla parola che egli ci insegna e ci fa vivere, la vita di credenti si fa intensa, profonda, determinata a seguire la Parola di Gesù. “Osservare la parola di Dio”: cioè “scrutarla attentamente”, per conoscere meglio la volontà del Padre e “avere piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiamo comportarci in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio” (Col 1,9).
Lettura esistenziale
“Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!” (Lc 11, 27). Scrivendo ad una consorella, Chiara D’Assisi le dice:” Come la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le sue vestigia, specialmente dell’umiltà e povertà di Lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale. E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature sono contenute” (FF 2893). E lei stessa precisa che questo si realizza se amiamo. L’amore è sempre: Felice, Fedele e Fecondo. Se l’Amore, che è Dio, abita nel nostro cuore, generiamo Cristo in tutti coloro che incontriamo. Quando la Vergine Maria si recò a visitare la cugina Elisabetta, questa, insieme al figlio che portava in grembo, esultò di gioia nello Spirito Santo. La nostra presenza è apportatrice di gioia, di pace, di serenità presso coloro con cui veniamo a contatto? Per esserlo bisogna che accogliamo e custodiamo in noi la vita di grazia e di comunione con Dio. Possa la nostra esistenza, per l’intercessione della Vergine Maria, essere un Vangelo vivente e irradiare Cristo, così che chiunque ci incontri, s’incontri con Lui.