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Ascoltare per incarnare

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato della XXVII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Gl 4,12-21; Sal 96; Lc 11,27-28

Riflessione biblica

“Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” (Lc 11,27-28). L’avverbio “piuttosto” non tragga in inganno: difatto introduce una lode grande a Maria e ce la propone come modello della sequela di Gesù: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19) e ancora: “Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,51). Dietro l’esempio di Maria, il Vangelo ci propone tre insegnamenti molto impegnativi per la vita spirituale: ascoltare la parola, accoglierla e osservarla. Ascoltare la parola di Dio: “La fede dipende dall’ascolto e l’ascolto dalla parola di Cristo” (Rom 10,17). Deve essere un ascolto attento, assiduo, costante: “Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma meditalo giorno e notte, per osservare e mettere in pratica tutto quanto vi è scritto; così porterai a buon fine il tuo cammino e avrai successo” (Gs 1.8). Deve riempire il cuore di gioia: “Beato l’uomo che nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte” (Sal 1,2). Accogliere la parola di Dio: “Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore” (Ger 15,16). La parola di Dio colmi la mente e il cuore, per comprenderla con intelligenza e sapienza, per essere capaci di docilità e di agire con sovrabbondanza di amore. Nella misura della nostra docilità allo Spirito di Dio e alla parola che egli ci insegna e ci fa vivere, la nostra vita di credenti si fa intensa, profonda, determinata a seguire la Parola di Gesù. “Osservare la parola di Dio”: cioè “scrutarla attentamente”, per conoscere meglio la volontà del Padre e “avere piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiamo comportarci in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio” (Col 1,9).

Lettura esistenziale

«Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!» (Lc 11, 27). Una donna di mezzo al popolo, ci dice il Vangelo di oggi, alzando la voce benedice Gesù ed Egli coglie l’occasione di questa benedizione per allargare la beatitudine a tutti coloro che ascoltano la Parola e la osservano: “Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»”. Scrivendo ad una consorella, Chiara d’Assisi le dice: ”Come la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le sue vestigia, specialmente dell’umiltà e povertà di Lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale. E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature sono contenute” (FF 2893). E lei stessa precisa che questo si realizza se amiamo. L’amore è sempre: Felice, Fedele e Fecondo. Se l’Amore, che è Dio, abita nel nostro cuore, generiamo Cristo in tutti coloro che incontriamo. Quando la Vergine Maria si recò a visitare la cugina Elisabetta, questa, insieme al figlio che portava in grembo, esultò di gioia nello Spirito Santo. La nostra presenza è portatrice di gioia, di pace, di serenità presso coloro con cui veniamo a contatto? Per esserlo bisogna che accogliamo e custodiamo in noi la vita di grazia e di comunione con Dio. Possa la nostra esistenza, per l’intercessione della Vergine Maria, essere un Vangelo vivente e irradiare Cristo, così che chiunque ci incontri, incontri Lui.

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