• 22 Novembre 2024 0:06

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Anche l’Agesci, l’associazione guide e scout cattolici italiani, aderisce all’appello congiunto di Acli, Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia e Pax Christi, per “chiedere a voce alta al Governo e al Parlamento che il nostro Paese ratifichi il Trattato Onu di Proibizione delle Armi Nucleari. La pace non può essere raggiunta attraverso la minaccia dell’annientamento totale, bensì attraverso il dialogo e la cooperazione internazionale. #Italiaripensaci”.

Come è noto il 22 gennaio scorso, è entrato in vigore Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari, sottoscritto da 86 Paesi e ratificato da 51. “Il nostro Paese – si legge nell’appello – non ha né firmato il Trattato in occasione della sua adozione da parte delle Nazioni Unite, né l’ha successivamente ratificato. Tra i primi firmatari di questo Trattato vi è invece la Santa Sede. In Italia, nelle basi di Aviano (Pordenone) e di Ghedi (Brescia), sono presenti ordigni nucleari (B61), una quarantina circa. E nella base di Ghedi si stanno ampliando le strutture per poter ospitare i nuovi cacciabombardieri F35, ognuno dal costo di almeno 155 milioni di euro, in grado di trasportare nuovi ordigni atomici ancora più potenti (B61-12)”.

Da qui l’appello delle associazioni cattoliche affinché “il nostro Paese ratifichi il Trattato Onu di Proibizione delle Armi Nucleari. La pace non può essere raggiunta attraverso la minaccia dell’annientamento totale, bensì attraverso il dialogo e la cooperazione internazionale. #Italiaripensaci”