• 21 Novembre 2024 23:09

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Antonia Acutis: mio figlio Carlo, maestro di vita e di fede

“Evidentemente Carlo riesce a convincere il Signore, ha un modo per cui Gesù non gli dice di no e questo mi fa pure un pochino di tenerezza”. Sorride Antonia Salzano, la mamma di Carlo Acutis, quando racconta come ogni giorno le arrivino notizie di presunte guarigioni, di aiuti inattesi, di piccole straordinarietà che, con la preghiera e grazie all’intercessione di suo figlio, tante persone hanno ottenuto. Sono anni che lei racconta la “normalità” di Carlo, una santità declinata nella vita di tutti i giorni che ha un centro: l’Eucaristia, la sua “autostrada per il cielo”. “Il Signore – racconta Antonia ai media vaticani – ha esaudito il desiderio di tanti che hanno pregato per la canonizzazione di Carlo e che ovviamente noi vediamo come un segno del cielo. Sicuramente gli permetterà di fare un lavoro ancora più grande di quello che sta facendo”.

Il Papa ha approvato i Decreti che porteranno alla canonizzazione di Carlo Acutis, morto nel 2006 a soli 15 anni a seguito di una leucemia fulminante e beatificato il 10 ottobre 2020 ad Assisi, la cittadina nella quale è sepolto presso la chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione. Il vescovo della città, monsignor Domenico Sorrentino, ha espresso in una nota la sua personale gioia e quella di tutta la Chiesa di Assisi: “Sia lode al Signore, che sta facendo grandi cose, per dare un colpo d’ala al nostro entusiasmo nella coerenza cristiana e nell’annuncio del Vangelo”.

L’incontro con la miracolata

Sta per laurearsi la giovane guarita grazie all’intercessione di Carlo Acutis. Nata in Costa Rica nel 2001, insegue il sogno della moda e per questo si trasferisce a Firenze nel 2018. Il 2 luglio 2022, intorno alle 4 del mattino, cade dalla bicicletta e la sua vita cambia. È gravissima, ha un trauma cranico molto importante. Liliana, la madre della ragazza, corre ad Assisi per pregare sulla tomba di Carlo. Lascia lì una lettera e torna al capezzale della figlia che riprende a respirare spontaneamente. È un crescendo, giorno dopo giorno la sua vita rinasce. “Abbiamo avuto la possibilità di conoscerci – racconta ancora Antonia Acutis – è una bravissima ragazza, ma soprattutto è grande la fede della madre. Quando ha saputo quello che era successo alla figlia è partita subito per Assisi, è stata tutto il giorno a pregare in ginocchio davanti a Carlo per ottenere questa grazia, perché la ragazza ormai l’avevano data per morta e anche se si fosse risvegliata non avrebbe avuto alcuna possibilità di avere un’attività normale”. “Quando uno prega veramente il Signore, viene ascoltato. Veramente il cielo è in azione attraverso Carlo”.

L’essenziale è davanti ai nostri occhi

Antonia sottolinea spesso la semplicità del figlio, della sua missione che è quella di far capire l’importanza dei Sacramenti che sono veramente “i segni efficaci attraverso i quali Dio ci dà la grazia per santificarci”. “Credo che il messaggio di Carlo sia quello di aiutarci a capire che l’essenziale l’abbiamo davanti agli occhi, abbiamo il dono di avere la Chiesa attraverso la quale riceviamo la grazia che ci è necessaria per poter raggiungere la meta a cui siamo tutti chiamati, che è il cielo”. Carlo parla a tutti: ai giovani navigatori di internet, la sua passione, ai lontani dalla fede. La sua reliquia da tempo sta facendo il giro del mondo, viene accolta sempre con grande entusiasmo e con grande spiritualità. Ma perché? “Carlo – spiega la madre – aveva una purezza straordinaria, la purezza del cuore, aveva Dio dentro di lui”. Antonia ricorda che fece la Prima Comunione a 7 anni e “da allora non smise mai di andare a Messa tutti i giorni, di fare l’Adorazione Eucaristica tutti i giorni, di recitare il Rosario. Si percepiva che dentro di lui c’era qualcosa e credo che la gente si avvicini ancora per questo. L’Eucaristia era il centro della sua vita, della sua giornata, amava Dio sopra ogni cosa”.

La felicità è lo sguardo verso Dio

Carlo cambiava le persone che incontrava, ha cambiato anche sua mamma che – dice lei stessa – non era proprio “un esempio di santità”. “Sono cresciuta così, non mi hanno mai fatto frequentare la Santa Messa, poi ho sposato mio marito che appartiene ad una famiglia più religiosa, però certamente ero tanto lontana, non avevo cognizione di niente”. Un bambino cambia la vita soprattutto se sembra morderla con voracità. “A tre mesi aveva detto la prima parola, a cinque mesi ha cominciato a parlare e tutte le sue cose sono state sempre un po’ anticipate, io dico sempre che correva avanti il tempo. La sua vita è stata tutta accelerata e anche nella fede era così”. “Era proprio costituzionalmente pio, passavamo davanti una chiesa, voleva entrare, voleva salutare Gesù, stava là e io gli dicevo di andare, che era tardi, lo forzavo, aveva solo tre anni. Ero impreparata”. “Ho perso mio padre prematuramente, a 57 anni, Carlo mi disse che aveva avuto una visione del nonno: era in Purgatorio necessitava preghiere”. Antonia restò stupita allora ma sapeva che non poteva essere una bugia perché Carlo era un bambino generoso: “Mai un lamento, mai una critica, mai un pettegolezzo, voleva sempre aiutare tutti, mai un pensiero rivolto a se stesso. Diceva che la tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio”.

“Per me Carlo era come un maestro”

“Attraverso Carlo – racconta la mamma – ho fatto la scoperta della mia vita perché ho capito che Gesù è presente realmente nei sacramenti, ma soprattutto nell’Eucaristia, prima pensavo che fosse un simbolo, che fossero tutte cose simboliche invece, quando ho capito che veramente c’era questa presenza viva e reale di Cristo, è chiaro che la mia vita è cambiata e anch’io ho seguito Carlo”. Antonia parla con naturalezza di suo figlio, con lo sguardo di madre che ama e che è amata. “Per me Carlo era come un maestro e lo dico sinceramente, quando morì mio padre non ebbi quella sensazione di essere rimasta orfana ma quando è morto Carlo mi sentivo così. Non so spiegarlo perché per me Carlo era veramente speciale, è stata una scuola di vita, l’esempio che veramente i santi ci sono, perché io ho vissuto accanto a lui, ho potuto vedere nella quotidianità come si comportava, come era. Ci eravamo resi conto che era un ragazzo straordinario però certamente non avrei mai pensato che Gesù me lo togliesse così presto. Però i piani di Dio sono sempre grandi. Abbiamo accettato la morte di Carlo, anche se prematura, lo abbiamo fatto con fede e con la certezza che Dio fa sempre tutte le cose per il meglio”. E oggi più che mai si avverte che è così.