• 8 Settembre 2024 3:16

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore

XVI domenica del Tempo Ordinario

Letture: Ger 23,1-6; Sal 22; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34

Pronti per andare in un posto tranquillo, per riposare dopo le fatiche di un anno, e invece no, sei chiamato per ritornare d’urgenza al lavoro. Non c’è da arrabbiarsi?

Era tutto pronto: gli apostoli mandati a due a due, tornano felici ma stanchi, non hanno avuto neppure il tempo di mangiare. Il Maestro se ne accorge e gli propone una vacanza «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Annunciare davvero la Parola di Dio è stancante, perché la devi anche vivere. Devi prima ascoltare nel silenzio e nella solitudine il Signore per poi ascoltare i fratelli e le sorelle. Annunciare significa occuparsi e preoccuparsi dell’altro. Curare e fasciare le ferite, stare con l’atro non da maestro ma da fratello, non da chi dà, ma con atteggiamento di chi riceve.

Gesù nel vangelo di oggi ci chiede tre cose:

Primo punto. Vuole persone felici, non cerca eroi! Vuole che ci riposiamo, vuole che facciamo quello che gli scout chiamano il punto della strada, per capire in che direzione stiamo andando, quale sentiero stiamo seguendo. A che punto è la mia fede, la mia vita… la mappa da seguire è il Vangelo, la bussola è la preghiera e la meditazione. Ma appena sbarcati trovano più gente di prima, addio vacanza, addio riposo. Gesù non si arrabbia, e invece di dare priorità al programma così come avrei fatto io e forse anche voi, da priorità alle persone.

Secondo punto. Vuole che sentiamo compassione alla maniera di Dio. Non manda via quella gente che ha sete e fame di Dio. Ma sente compassione che non è pena, ma mettersi nei panni degli altri e, insieme, cercare soluzioni. Entrare nei panni dell’altro, condividere il dolore, la sofferenza di chi ci sta accanto. Patri con l’altro, per Dio è qualcosa che si muove nelle viscere, qualcosa di profondo… è Amore paterno e materno. Siamo tutti alla ricerca di un pastore e nel contempo siamo anche pastori, chiamati a custodire chi mi è stato affidato. Genitori, insegnanti, governanti, catechisti, preti, religiosi e religiose, operatori sociali…

Terzo punto. Si mise a insegnare molte cose. Gesù vuole che i suoi discepoli si prendano cura degli altri. I veri miracoli sono quando sai ascoltare, sai gioire, sai soffrire con l’altro, sai renderti prossimo dell’altro. Il vero miracolo è quando smetti di guardare solo verso te e sai essere madre, padre, fratello e sorella di chi ti sta accanto.

Amare non stanca, ci si riposa amando, ci si riposa stando con Dio e i fratelli, testimoniando la misericordia e la tenerezza di Colui che non ci lascia mai soli.

Buona domenica!