di FraPè – Oggi sembra che Gesù abbia chiesto chi è lui per te e per me, che tipo di Messia immaginiamo. Un Messia staccabile da uscire quando tutto ci va in malora? Un tipo da strumentalizzare per le nostre imprese politiche, sociali o ecclesiali? Un messia pronto a punire i cattivi e salvare i buoni?… e poi i buoni chi sarebbero? Naturalmente noi. Noi che andiamo a messa, noi che abbiamo il rosario in tasca, noi che per dimostrare che siamo cristiani abbiamo anche il crocifisso al collo e alle pareti, noi che passiamo ore e ore in ginocchio a chiedere miracoli, senza renderci conto che il vero miracolo avviene ogni giorno su ogni altare del mondo. Senza renderci conto che il miracolo sono io, sei tu, è il fratello che incontriamo… che accogliamo, che facciamo sentire importante in quanto essere umano.
Gesù non è un messia politico, non possiamo rimanere schiavi delle immagini di un Cristo che noi stessi rischiamo di inventarci. È l’unto del Signore, non è una favoletta per addormentare le nostre coscienze. E’ Colui che è al di sopra di ogni uomo, è colui che conosce bene la scrittura che ci testimonia che va letta, ruminata, meditata vissuta. Gesù insegna a noi a frequentare e meditare la Parola, a non lasciarla agli esperti o ai teologi ma a farla diventare il centro della ricerca della nostra fede. E’ un Messia che esercita servendo.
Egli è il mio ed è il tuo compagno di vita che nel momento di sconforto ci è accanto per ricordarci di non avere paura perchè è Lui la nostra Roccia di salvezza.