Un momento di gioia per tutta la comunità di Adrano. Ieri 20 giugno alla presenza dell’Arcivescovo metropolita Salvatore Gristina, la chiesa di San Pietro ha riaperto i battenti, dopo una pausa forzata di quasi 3 anni. Della riapertura dell’edificio abbiamo parlato con Don Pietro Strano, Vicario Foraneo di Adrano e Parroco di San Pietro. “Per la celebrazione non è stata predisposta nessuna Liturgia particolare – spiega il Parroco – ma la Messa è stata comunque impreziosita dalla presenza del Vescovo. Finalmente da oggi la comunità di San Pietro riprende normalmente la vita pastorale, bruscamente stravolta dal terremoto del 2018. Moltissimi sono stati gli interventi per la messa in sicurezza dell’edificio e per abbellire ulteriormente la struttura al suo interno. Pensiamo agli altari laterali e centrale messi in sicurezza dai pezzi di marmo staccatisi col sisma. La chiesa è certamente il luogo d’incontro della comunità cristiana ed è la casa di ogni battezzato. Qui riceviamo e ascoltiamo la Parola di Dio, viviamo la catechesi, celebriamo la Liturgia e riceviamo i Sacramenti. In sostanza tutti i momenti importanti della vita di un cristiano, dal Battesimo all’estremo saluto, sono vissuti all’interno della chiesa. Per questo motivo è fondamentale che essa sia una casa accogliente per tutti. La chiesa, non mi stanco mai di ripeterlo, è il luogo dove gustiamo già su questa terra la Gerusalemme celeste, nostra dimora dopo il trapasso”.
Per queste ragioni la gioia di questo momento è grande: moltissimi fedeli hanno presenziato alla celebrazione per testimoniare l’affetto della cittadinanza verso la Parrocchia. La struttura in questione è una delle più antiche della città e risale al XIII secolo. Forse non tutti sanno che San Pietro fu per parecchi secoli protettore di Adrano e che nel 1500 la chiesa in questione era filiale sacramentale della Matrice.
“Ci troviamo riuniti oggi – continua Don Pietro – tra le mura in cui molti di noi hanno ricevuto i doni più importanti: Gesù Eucaristia e la presenza viva di Cristo risorto in mezzo a noi. Abbiamo scelto come come canto d’ingresso un brano del compianto Padre Alfio Conti, in cui una strofa recita proprio così: in questo mondo ho imparato a fare della chiesa la mia casa. Se ci riflettiamo attentamente la nostra vita è simile a quella di un pellegrino, che trova rifugio solo tra le solide mura della casa del Signore. Oggi vogliamo esprimere a gran voce la nostra gioia portando a tutti una parola di speranza dopo la tragica parentesi della Pandemia che ha causato, lutto, dolore e sofferenza.”
Dall’inizio della Pandemia ad oggi molte persone hanno raggiunto la casa del Padre senza la vicinanza dei propri cari e senza il conforto dei Sacramenti; per questa ragione è doveroso, come segno di speranza, esprimere entusiasmo e partecipazione a questo evento.
“Le spese del campanile e della cuspide – conclude Padre Strano – sono state interamente saldate. Al momento stanno per partire i lavori di adeguamento del presbiterio. Si tratta di migliorie per rendere la chiesa ancora più accogliente e per cui attendiamo i permessi necessari dalla Sovrintendenza di Catania”.
Grazie a questo ulteriore restyling sarà possibile godere al meglio la visione dell’affresco nell’arco del presbiterio di copia raffaellesca, risalente alla prima metà del ‘900.
(Fonte Prospettive)