Accoglienza e servizio: segno e profezia di un incontro tra Madri
ilsycomoro
Commento di Fra Marcello Buscemi e Tiziana Frigione
Visitazione della Beata Vergine Maria
Letture: Sof 3,14-18; Is 12; Lc 1,39-56
Riflessione biblica
Tre dettagli mi colpiscono nel Vangelo di oggi. “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”: il Magnificat è la risposta pronta ed immediata al progetto di Dio, elevazione della sua anima che la rende accogliente e pronta a collaborare con Dio. La sua risposta d’amore è disponibilità umile al servizio di salvezza, a cui Dio l’ha chiama-ta: “Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1,47-48), rendendola portatrice “di misericordia di generazione in generazione” (Lc 1,50). L’umiltà l’ha resa disponibile ad accogliere Gesù nel suo seno, ma anche a comunicare con sollecitudine lo Spirito del Signore: “Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo”. “Maria si alzò e andò in fretta”: l’amore non ammette ritardi né pigrizia, ma zelo nell’operare il bene: “Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, condividete le necessità dei santi” (Rom 12,10-11.13). In tutto dobbiamo essere dispensatori dei doni che Dio elargisce a noi e ai fratelli e sorelle per portare a compimento il progetto di Dio: “Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio” (2Pt 4,10). E tutto ciò per rendere gloria a Dio: “Il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo” (Rom 15,5-6). “Beata colei che ha creduto”: alla base dell’a-more c’è la fede in Dio che opera prodigi inaspettati e meravigliosi. Allo stesso tempo, “la fede agente mediante la carità” diviene accoglienza del fratello e della sorella, facendoli sentire accolte, ascoltate e incoraggiate con sollecitudine misericordiosa nel realizzare il progetto di amore, a cui Dio li ha chiamati. E sia il nostro servizio nella carità gioioso come quello di Maria, perché “Dio ama chi dona con gioia” (2Cor 9,7).
Lettura esistenziale
La bellezza dell’incontro con Dio, la presenza viva di Gesù, provocano in Maria emozioni, desideri, sentimenti, certezze che cercano piena condivisione e la spingono ad un immediato movimento, va verso Elisabetta. Contempliamo oggi l’incontro di due donne che vivono un’esperienza di Grazia e che si sintonizzano immediatamente su un registro intimo, profondo, viscerale, dove il suono della voce di Maria fa danzare di gioia in grembo Giovanni ed entrambe riconoscono reciprocamente la straordinarietà dell’esperienza, si aprono al mistero che si va compiendo. Gesù è qui nel grembo gioioso di chi riconosce il Signore che viene a visitarci,in chi lo ascolta, gli dà forma concreta, lo annuncia. Ciao i raggiunge lì dove ci rifugiamo per sottrarci a tutto ciò che non comprendiamo. Lui viene , viene sempre a visitarci, in tanti modi diversi, ci raggiunge in fretta, desideroso di amare, essere accolto, riconosciuto e riamato. Così quando lo riconosciamo, accade qualcosa di straordinario, il Giovanni che è in noi ,che lo aspetta, esulta di gioia e , come per Elisabetta, fioriscono solo parole di benedizione, per chi sa ascoltare Gesù, portarlo nel cuore, donarlo. Maria ed Elisabetta sono colme di Spirito Santo, sono attesa e compimento, desiderio reciproco, incontro che realizza l’amore del Signore. Le relazioni vissute nell’amore del Signore vibrano ad alti livelli e noi, contemplando questo abbraccio infinito entriamo nel mistero della nostra storia, guidati dallo Spirito Santo , impariamo da Maria ad accogliere, ascoltare, sentire l’altro alla presenza di Dio, ad incontrarlo intimamente, ad avere attenzione e cura, desiderio di servire, riconoscendo la presenza di Dio, i segni del Suo passaggio che hanno sempre un significato particolare. Impariamo ad incontrare i fratelli riconoscendo la presenza viva del Signore, che realizza il segno dello Spirito e si manifesta nella gioia.
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