• 13 Novembre 2024 17:07

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A San Martino ogni mosto diventa vino: le origini della leggenda

San Martino morì l’8 novembre ma la data della sua sepoltura è l’11. Questa data è diventata una festa straordinaria in tutto l’Occidente, grazie alla sua popolare fama di santità e al numero notevole di cristiani che portavano il nome di Martino. Nel Concilio di Mâcon (585) era stato deciso che sarebbe stata una festa non lavorativa.

Pertanto la data dell’11 novembre vede in molte regioni italiane la celebrazione della festa di San Martino, considerata inoltre come data simbolica in cui si verifica la prima spillatura del vino novello: il vino, dopo esser stato processato, è pronto per essere degustato. San Martino è considerato il patrono dei viticoltori, degli osti, dei vendemmiatori e dei… bevitori.

Ma cosa c’entra San Martino con il vino? Vediamolo insieme.

A San Martino ogni mosto diventa vino: qual è il legame tra San Martino ed il vino?

Nel freddo inverno del 335 d.C., durante una ronda notturna ad Amiens, Martino di Tours (divenuto poi San Martino), incontra un mendicante seminudo ed infreddolito, e, mosso a compassione, decide di condividere il suo mantello, tagliandolo in due e donandone una metà al povero mendicante. La notte seguente, Cristo gli appare in sogno vestito con quello stesso mantello, ringraziandolo per la sua grande generosità, e quando Martino si risveglia ritrova il suo mantello integro: il miracolo segna profondamente Martino di Tours che deciderà di farsi battezzare e convertirsi al Cristianesimo.

Tra mito e leggenda, il gesto caritatevole di San Martino genera una sorta di cambiamento climatico improvviso che permette al mosto di completare il processo di fermentazione e trasformarsi in vino, per questo si dice anche “estate di San Martino”

L’espressione “A San Martino ogni mosto diventa vino” racchiude l’essenza della celebrazione: la fine della vendemmia e l’inizio della vinificazione. Le prime uve raccolte danno vita al cosiddetto vino novello e la data dell’11 novembre, come già osservato in precedenza, segna il passaggio simbolico del vino da semplice mosto a prodotto da gustare.