• 22 Novembre 2024 2:24

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

A Riposto ha avuto inizio la visita pastorale del vescovo di Acireale

Ha preso il via dalle comunità parrocchiali di San Pietro e della Madonna di Lourdes di Riposto, lo scorso fine settimana, domenica 29 e lunedì 30 ottobre,  la visita pastorale che il vescovo mons. Antonino Raspanti ha annunciato al termine del Solenne Pontificale dello scorso 2 Ottobre.

“Assumersi la responsabilità del futuro di giovani e famiglie e anche di anziani e bisognosi, mettendo a frutto i doni che Dio mette a disposizione affinché il suo disegno si compia”, sono i punti dal quale partire per comprendere la visita pastorale che si sta svolgendo nella Diocesi di Acireale .

Solidarietà, collaborazione e fraternità si traducono nel comune desiderio di corresponsabilità che le autorità civili, militari ed ecclesiastiche si auspicano come una realtà sempre più tangibile.

“Sradicare una mentalità chiusa che ragiona a compartimenti stagni e aprirsi alla reale collaborazione” è la sinergia auspicata dal vescovo affinché questa possa essere da sprone per un rinnovamento nella vita diocesana. La promozione umana, sociale e culturale non si può relegare a pochi attori ed è proprio sul senso di comunità che bisogna puntare e scommettere per garantire un futuro a famiglie e giovani.

Su queste certezze Mons. Raspanti ha impostato il cammino della sua visita pastorale e non ha perso occasione di farlo presente fin dall’omelia della solenne celebrazione eucaristica. Presenti con lui anche i sacerdoti invitati a visitare le parrocchie.

Proprio in questa occasione ha così detto, coniugando responsabilità e fede:
“Siamo profondamente interpellati dalla responsabilità, come uomini e come cristiani. Dobbiamo domandarci come trasmettiamo ai giovani la nostra fede: siamo significativi? Riusciamo a trasmetterla davvero? A chi tocca poi il compito di comunicarla? Solo ai catechisti o anche alle famiglie, alle associazioni pubbliche, alla scuola..? Bene fratelli e sorelle, tutti a diversi livelli siamo chiamati a vivere la fede senza compromessi, senza mettere accanto a Dio un altro amore. Siamo tutti responsabili del prossimo, senza opprimerlo, obbligarlo o escluderlo. Stiamo profondamente attenti e impariamo a soccorrere l’altro, quando è necessario. È un ristretto programma esigente da seguire affinchè il Vangelo possa essere consegnato senza che perda di essere vivo e umano. Il pericolo è che il mondo ci porti ad essere egocentrici ed egoisti. Il bene guidi il nostro essere cristiani”.