Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Giovedì della IV settimana del Tempo Ordinario
Letture:1Re 2,1-4.10-12; 1Cr 29,10-12; Mc 6,7-13
Riflessione biblica
“Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri” (Mc 6,7-13). È Gesù che invia: siamo gli ambasciatori di Gesù: “In nome di Cristo siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2Cor 5,20). E qualsiasi ambasciatore non annuncia se stesso, ma rappresenta colui che l’ha inviato: “Noi non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù”. Parole sante: indicano che dobbiamo essere sempre in comunione con Gesù e annunciare il suo messaggio di salvezza, di misericordia, di grazia, per camminare in santità di vita. Ma indicano anche che gli “annunciatori del Vangelo” sono come Gesù “servitori dei fratelli”, persone che stabiliscono comunione e condivisione dei carismi, che lo Spirito ha donato: “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune” (1Cor 12,7). “Li mandò a due a due”: non siamo degli “annunciatori solitari” del Vangelo, ma fratelli e sorelle che collaborano nella carità reciproca, per stabilire il Regno di Dio nei nostri cuori e nella società in cui operiamo. Ci sosteniamo a vicenda, consapevoli che “dove due o tre sono riuniti nel nome di Gesù, egli è presente in mezzo a loro” (Mt 18,20). E anche perché ci sosteniamo a vicenda nelle nostre fragilità: “Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica. Se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. Se uno è aggredito, in due possono resistere: una corda a tre capi non si rompe tanto presto” (Eccl 4,9-10.12). E il “terzo capo della corda” è Gesù. Bella la testimonianza della comunità primitiva: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore” (At 4,32-33). E la nostra testimonianza a Gesù e al Vangelo non si basa su grandi mezzi di persuasione o di sapienza di questo mondo. Poveri di ricchezze e di potere, ricchi di umanità e di amo-re. “In ogni cosa ci presentiamo come servitori di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!” (2Cor 6,4-10). La nostra ricchezza? Gesù crocifisso, “nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2,3).
Lettura esistenziale
“Gesù chiamò a sé i dodici e prese a mandarli a due a due” (Mc 2, 7). Gesù prende l’iniziativa di inviare i dodici Apostoli in missione. In effetti il termine «apostoli» significa proprio «inviati, mandati». La loro vocazione si realizzerà pienamente dopo la risurrezione di Cristo, con il dono dello Spirito Santo a Pentecoste. Tuttavia, è molto importante che fin dall’inizio Gesù voglia coinvolgere i Dodici nella sua azione: è una specie di «tirocinio» in vista della grande responsabilità che li attende.
Il fatto che Gesù chiami alcuni discepoli a collaborare direttamente alla sua missione, manifesta un aspetto del suo amore: cioè Egli non disdegna l’aiuto che altri uomini possono recare alla sua opera; conosce i loro limiti, le loro debolezze, ma non li disprezza, anzi, conferisce loro la dignità di essere suoi inviati. Il Signore chiama tutti, distribuendo differenti carismi per espletare diversi compiti nella Chiesa. Chiama al sacerdozio e alla vita consacrata, e chiama al matrimonio e all’impegno come laici nella Chiesa stessa e nella società.
Pur bastando a se stesso, Dio chiede la mia, la tua collaborazione per la diffusione del suo regno e ci chiama, prima di tutto, a stare ancorati a Lui attraverso la Parola e l’Eucaristia, inviandoci poi ad annunciare con la parola, ma più ancora con la vita il suo Vangelo.