• 22 Novembre 2024 1:14

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

A Castell’Umberto la festa delle famiglie della Diocesi di Patti

Una vera festa della famiglia quella vissuta nel Centro Pastorale ”Madonna del Tindari” di Castell’Umberto, promossa ed organizzata, per volontà del vescovo della diocesi di Patti, Mons. Guglielmo Giombanco, dal Servizio di Pastorale Familiare, diretto da don Calogero Tascone e da Angelo e Patrizia Morabito.

Tema della festa è stato “Venite a me e io vi darò ristoro”, una festa ritmata dalla preghiera, da canti e da giochi che hanno coinvolto le famiglie,  divise in otto squadre, “chiamate” , tra l’altro, a scrivere più parole possibili su Tindari e a mimare un brano evangelico.

“Un’esperienza – come ha sottolineato il vescovo – di comunione, condivisione, gioia, amore. Devo ringraziarvi perché siete qui, nonostante il caldo e site molto più numerosi di quanto mi aspettassi”.

Tanti i partecipanti, che hanno espresso grande soddisfazione per l’iniziativa, evidenziando come sia bello ritrovarsi, di tanto in tanto, per stare insieme e condividere simili esperienze. Esperienza vissuta anche dai più piccoli che hanno potuto fruire dell’animazione dell’associazione “simpatiche Canaglie” e che all’offertorio della messa hanno presentato un cartellone  con le impronte delle loro mani, a voler significare quando sia bello stare e camminare insieme.

Nella sua omelia, monsignor Giombanco ha rimarcato come “la famiglia sia scuola di vita, nell’umiltà, nella semplicità, nella quotidianità. In famiglia ci si relazione con il cuore, che perette di andare oltre ciò che vedono gli occhi, oltre il ragionamento intellettuale”. Prendendo spunto dal brano evangelico, il vescovo ha evidenziato che “Gesù ci invita ad andare alla sua scuola per imparare mitezza ed umiltà. La mitezza è una presenza dentro di noi che ci coinvolge e ci fa dilatare il cuore, perché ci apre agli altri”. Ha , quindi, sottolineato l’attualità della parola “giogo” usata da Gesù nel Vangelo: “Esso per essere efficace va messo sul collo di due buoi e, al cune volte, anche su altri buoi. Il giogo di Gesù è il giogo dell’amore. In famiglia si porta insieme il giogo dell’amore; insieme l’amore diventa forza di vita, sorgente che ristora. Gesù ci chiede di portare il giogo con Lui, giogo dolce e leggero, che darà sempre nuove ragioni d vita”. “Permettiamo alla parola di Gesù – ha esortato il vescovo – di entrare nel nostro cuore”.

La festa si è conclusa con un momento di fraternità e l’affidamento alla Madonna.

(Fonte: diocesidipatti.it – Nicola Arrigo)