• 22 Novembre 2024 12:52

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Mercoledì 20 ottobre 2021, alle ore 18.30, con la concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Antonino Raspanti, avrà inizio nella Basilica Cattedrale di Acireale il Cammino Sinodale diocesano, che rappresenta l’esecuzione concreta della proposta di Papa Francesco: dare vita al progetto di Chiesa sinodale nel mondo intero.

“Non si tratta di una novità –  dichiara don Vittorio Rocca, responsabile diocesano –  ma della riscoperta di una delle caratteristiche essenziali della Chiesa: essere Ecclesía, cioè Assemblea radunata dalla Parola di Dio. L’idea della sinodalità , da synodos strada percorsa insieme, fa riferimento, quindi, alla natura propria della Chiesa”.

Il Sinodo dei vescovi, che verrà celebrato ordinariamente nel 2023, invece, rappresenta una fase fondamentale e, allo stesso tempo, una fase intermedia del cammino sinodale. I vescovi del mondo, infatti, si riuniranno per discutere su molte domande aperte che gravitano attorno al vissuto concreto della Chiesa. Essi lo faranno col supporto dell’intera Comunità che rappresentano e guidano. Questa fase, riservata ai vescovi, è fondamentale e delicata in quanto i pastori esercitano per Grazia divina il mandato di sorreggere, custodire e guidare la Chiesa.

Per questo motivo il Sinodo dei vescovi è dunque passaggio intermedio: la sinodalità in generale deve emergere come stile di vita del cristiano. Il credente in Cristo col Battesimo viene salvato dall’Amore di Dio e allo stesso tempo riceve anche il compito di essere protagonista per il bene della Chiesa e dei luoghi che frequenta tutti i giorni.

“La nostra epoca –  continua don Vittorio – è caratterizzata principalmente dalla dispersione, ragion per cui si sente il bisogno di autenticità. Accanto al rumore degli slogan e dei commenti che si leggono sui Social, si avverte il bisogno di ascoltare il cuore con coraggio e tanta fiducia. La pandemia ha aggravato un periodo già difficile. L’esigenza, oggi, sia quella di non stare soli e rinchiusi tra le mura della propria casa, come in un eterno lock-down, ma di andare oltre la paura”.

Per fare ciò, quindi, occorre entrare in contatto tra noi cristiani e, più in generale, tra noi uomini e l’intero creato. Bisogna trovare il contatto, questa è la chiave: dai semplici nomi dei contatti della rubrica del cellulare occorre passare alle persone vere e alla loro vita.

“Non ci si può chiudere nella freddezza dell’«ognuno per la sua casa»”. Conclude Don Vittorio.

Entrare in contatto autentico è tuttavia il metodo di Gesù, che a volte incontra il rifiuto e il giudizio di chi non lo capisce, come nell’episodio del perdono alla peccatrice: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!» (Lc 7, 39b). Alla fine sarà il contatto con Gesù a condurla verso la salvezza: «egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”» (Lc 7, 50b).