• 22 Novembre 2024 17:41

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

San Pio X

 Letture: Rt 2,1-3.8-11; 4,13-17; Sal 127; Mt 23,1-12

Riflessione biblica

“Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere” (Mt “3,1-12). A chi si riferiscono queste parole? A tutti “gli scribi e farisei” di ogni tempo: a quelli storici del tempo di Gesù e a quelli di ogni tempo che si fanno “maestri e guida” degli altri, che “dicono e non fanno”. farisei-1-300x149 Dicono ma non fannoQuali insegnamenti ci propongono? Tre atteggiamenti di vita: il discernimento, la coerenza della vita, il rifiuto di ogni vanità. Il discernimento: è lasciarci guidare dallo Spirito di Gesù, per comprendere se le nostre guide spirituali operano secondo il progetto di Dio o secondo progetti umani non ispirati alla fede. Gesù ci ha messo già in guardia: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16-17). Bisogna guardarsi da quelle persone “che ci turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo” (Gal 1,7). Non dico questo, “perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità” (1Gv 2,21). La coerenza della vita: anche in questo caso è decisivo ciò che insegna Gesù: “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21). Non basta essere santi in chiesa e poi divenire nemici di Gesù fuori, “perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo” (Fil 3,18) e “con belle parole e discorsi affascinanti, ingannano il cuore dei semplici”. lupo-300x199 Dicono ma non fannoL’apparenza produce vanità e ipocrisia, sia nel parlare che nell’operare. Nel parlare: “Non essere ipocrita davanti agli uomini e fa’ attenzione alle parole che dici. Non esaltarti, se non vuoi cadere e attirare su di te il disonore; il Signore svelerà i tuoi segreti e ti umilierà davanti all’assemblea, perché non ti sei avvicinato al timore del Signore e il tuo cuore è pieno d’inganno” (Sir 1,29-30). Nell’operare: “La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore” (Rom 12,9-11). In ogni caso, “non ci sia per noi altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per noi è stato crocifisso, come noi per il mondo” (Gal 6,14).

Lettura esistenziale

gesu-12-300x237 Dicono ma non fanno“Chi tra di voi è più grande, sarà vostro servo” (Mt 23,11). L’atteggiamento di servizio fraterno, umile e disinteressato è il contrassegno e la verifica della nostra carità. Esso è l’espressione esterna dell’amore che abbiamo nel cuore e che trova in Dio la sorgente. Lo stile di amare del cristiano deve avere le stesse caratteristiche dell’Amore di Dio, cioè deve essere: gratuito, universale, disinteressato e concreto, un amore in cui vige la legge della rinuncia a se stessi, senza la quale non c’è vera fecondità.

Mi ha sempre colpito l’espressione di S. Paolo: “Coloro che avranno ben servito, si acquisteranno un grado onorifico e una grande sicurezza in Cristo Gesù” (1Tm 3,13). Che significa servire bene se non servire con amore? In ogni servizio che offriamo, le rifiniture, quei piccoli dettagli quasi trascurabili, costituiscono quel “tocco” proprio di chi serve per amore.

Per esempio: non era sufficiente che S. Chiara lavasse semplicemente i piedi delle Sorelle esterne, quando queste rientravano in Monastero? Non sarebbe stato già abbastanza? No. Per Chiara il servizio non era completo se non imprimeva sotto la pianta del piede, ben aderente un bacio!santa-chiara-1-300x225 Dicono ma non fanno

I santi non praticano la carità col contagocce, al contrario nel donarsi lo fanno senza misura e vi aggiungono sempre ciò che potrebbe sembrare superfluo o esagerato, come poteva sembrare superfluo tutto quell profumo “sprecato” per ungere i piedi del Maestro, prima della Sua Passione. Il Cristiano deve conformarsi al suo Signore che disse di essere venuto non per essere servito, ma per servire. Egli fu servo, prima di tutto di Jahwé, ma fu servo anche degli uomini.

Allo stesso modo, non possiamo dire di servire Dio se non serviamo il nostro prossimo. Si tratta infatti di servire Dio nel prossimo. È il Maestro che ci rassicura che servendo i fratelli più piccoli e bisognosi, è Lui stesso che serviamo (Mt 25, 35-44) e se ne ricorderà bene quando Lo vedremo faccia a faccia.