• 22 Novembre 2024 10:11

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e di Suor Cristiana Scandura

Sabato della XVIII sttimana del Tempo Ordinario

Letture: Dt 6,4-13; Sal 17; Mt 17,14-20

Riflessione biblica

“Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?” (Mt 17,14-20). La risposta di Gesù è immediata: “Per la vostra poca fede”. La fede è ancora al centro della nostra riflessione. Gesù non può operare la nostra santificazione, la guarigione della mente e del cuore, perché noi continuiamo ad operare con cuore diviso: ora con Gesù ora con una “generazione incredula e perversa”. E tale ambiguità non ci permette di scacciare Satana dalla nostra vita e dal nostro pensare, operare e sentire. gesu-1-266x300 Fede, ne basterebbe un granello di senapeNon abbiamo intrapreso il vero “combattimento spirituale” contro Satana e le sue suggestioni interiori: “La nostra battaglia non è contro la carne e il sangue (cioè le nostre tendenze umane), ma contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove” (Ef 6,12-13). Ce lo ricorda Papa Francesco: “È faticoso combattere contro il male, sfuggire ai suoi inganni, riprendere forza dopo una lotta sfiancante, ma dobbiamo sapere che tutta la vita cristiana è un combattimento, … ma “Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,13). Noi tutti possiamo vincere, vincere tutto, ma con la forza che mi viene da Gesù” (Papa Francesco). La vita spirituale è un continuo rivivere in noi l’esperienza di lotta di Gesù al Getsemani, un legame con Cristo stabilito nel battesimo e rinnovato nella fede, cioè nella fiducia di vincere insieme a Gesù, e che ci permette di conservare e irrobustire la nostra fede. Non lottiamo per sentirci soddisfatti di aver superato questa o quell’altra prova, neppure per sentirci a posto, ma per realizzare pienamente la nostra sintonia con Gesù e farlo regnare nel nostro cuore con la sua pace e la sua parola: “La pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori” (Col 3,15-16).gesu-10-300x169 Fede, ne basterebbe un granello di senape

Lettura esistenziale

“Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: ‹‹Perchè noi non siamo riusciti a scacciarlo?››” (Mt 17, 19). Poveri discepoli! Mi fa sorridere il loro atteggiamento, hanno appena fatto la cattiva figura di non essere riusciti ad operare il prodigio della guarigione dell’epilettico, per cui, onde evitare una seconda possibile cattiva figura, si danno premura di non chiedere, davanti a tutti, al Maestro il perchè del loro fallimento, ma glielo chiedono in disparte, lontano dagli sguardi delusi della gente.

E Gesù ne spiega la causa: “Per la vostra poca fede” (Mt 17,20). In un altro momento aveva detto: “Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete” (Mt 21,22).

preghiera-300x200 Fede, ne basterebbe un granello di senapeMa cosa possiamo o dobbiamo chiedere nella preghiera? Ci sono cose lecite e cose illecite? S. Giovanni Bosco, a tal proposito diceva: “Quando preghi osserva un ordine di richiesta: domanda in primo luogo i beni spirituali, il perdono dei peccati, la luce per conoscere la volontà di Dio, la forza per mantenerti nella sua grazia; poi chiedi la salute fisica, la benedizione sulla tua famiglia, l’allontanamento delle disgrazie e la sicurezza di un lavoro”.

Gesù inoltre ci insegna che, quando ci mettiamo a pregare, se abbiamo qualcosa contro qualcuno, dobbiamo in primo luogo perdonare, altrimenti la nostra preghiera non raggiungerà il cuore di Dio, nè tanto meno sarà esaudita. Per questo i Padri del deserto, quando si disponevano a pregare, per prima cosa pregavano per i loro nemici. La stessa cosa dovremmo fare noi, pregare prima di tutto per coloro che, volontariamente o involontariamente, sono stati per noi causa di sofferenza.

Se non abbiamo nemici, preghiamo comunque per tutti coloro che abbiamo incontrato, in qualsiasi modo, nel nostro cammino, invocando su ciascuno la benedizione del Signore e, soltanto dopo, chiediamo le altre cose di cui abbiamo bisogno. Nutriamo la consapevolezza che, come diceva S. Agostino: “Chi impara a ben pregare, impara a ben vivere”.