“Bisogna imparare a vedere, ad andare a fondo alle cose, a non morire di superficialità e a rimanere con lo sguardo sulla vita delle persone”. Lo ha detto ieri sera il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Stefano Russo, celebrando la liturgia a conclusione della seconda giornata dei lavori del corso di formazione “Linee di pastorale migratoria” promosso dalla Fondazione Migrantes, al quale partecipano circa 50 persone tra nuovi direttori diocesani Migrantes, nuovi cappellani etnici e sacerdoti che si preparano a svolgere il proprio ministero di accompagnamento con gli italiani che vivono all’estero.
Per mons. Russo fin quando, nei nostri servizi ecclesiali, “sapremo guardare e vedere le folle, i loro bisogni, le loro stanchezze, il loro fiato grosso, allora l’azione ecclesiale avrà un senso, altrimenti tutto rischia di essere una specie di cerimonia fredda e lontana dalla vita di tutti”. Il presule ha voluto anche sottolineare che l’Eucaristia celebrata dentro convegni o all’interno di corsi di formazione dice “lo stile dei nostri incontri. Ci muoviamo, organizziamo assemblee e corsi di formazione dando lo specifico taglio di credenti in Gesù”.
“Lasciamo – ha aggiunto – le nostre case, le nostre cose, anche le nostre piccole comodità, per dare spazio nella nostra vita all’azione di Gesù. Non sia questo corso di formazione solo una specie di aggiornamento sulle cose da fare ma diventi per voi, per tutti un luogo dove conoscere e servire Gesù in modo nuovo, più appassionato, alimentato anche dalle testimonianze e dalle tante cose che avete sentito fino a questo momento e che sentirete nei prossimi giorni. Tutti noi abbiamo imparato qualcosa non solo perché qualcuno ce lo ha spiegato ma perché abbiamo visto e sperimentato che quelle stesse cose dette, ripetute, spiegate potevano essere poi realmente fatte”.