• 23 Novembre 2024 6:05

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Spirito paralimpico: una storia di sport e gare anche tra le mura vaticane

È il 19 giugno 2001. Viene siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale ed il Comitato Paralimpico Internazionale che introduce una novità: la città candidata ad ospitare le Olimpiadi deve organizzare sia i Giochi olimpici sia i Giochi paralimpici.

Il movimento paralimpico internazionale deve la sua nascita al neurochirurgo inglese Sir Ludwig Guttmann, il primo ad avviare alla pratica sportiva i reduci britannici che, nel corso della II Guerra Mondiale riportando una lesione midollare, venivano ricoverati presso la “Spinal Injuries Unit” di Stoke Mandeville. Nel centro medico lo sport viene inizialmente utilizzato ai fini della riabilitazione fisica e psichica. Nel 1944 vengono indetti i primi “Giochi di Stoke Mandeville”. La gara ai quali partecipano gli atleti disabili è quella di tiro con l’arco su sedia a rotelle. La prima edizione di quelli che vengono poi chiamati i Giochi Paralimpici si tiene a Roma nel 1960. Gli atleti si sfidano in diverse discipline quali atletica leggera, nuoto, lancio del giavellotto, tiro con l’arco, scherma, basket e tennistavolo. Si è scelto il nome Paralimpiadi per indicare dei giochi olimpici paralleli a quelli più tradizionali. La 16.ma edizione dei Giochi Paralimpici, è in programma a Tokyo dal 24 agosto al 5 settembre 2021. Sui Giochi e sui valori paralimpici si è espresso più volte anche Papa Francesco.

Il 21 maggio del 2020 avrebbe dovuto svolgersi a Castel Porziano il Meeting internazionale di atletica “We Run Together – Simul Currebant”. Campioni olimpici avrebbero corso – per la prima volta – con atleti paralimpici, atleti con disabilità mentale, e con rifugiati, migranti e carcerati, che sarebbero stati anche giudici di gara. Tutti insieme e con pari dignità. A causa della pandemia, non si è potuto correre con le gambe, ma si è corso con il cuore. Tantissimi atleti hanno messo a disposizione alcuni oggetti ed esperienze sportive per un’asta di beneficenza. L’intero ricavato è stato poi devoluto al personale sanitario degli Ospedali “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo e alla “Fondazione Poliambulanza” di Brescia, due simboli della lotta contro la pandemia. Incontrando il 20 maggio del 2020 una delegazione di partecipanti al Meeting internazionale di atletica “We run toghether”, Francesco ricorda il brano del Vangelo in cui i due discepoli Giovanni e Pietro corrono al sepolcro di Gesù la mattina della Risurrezione.

Andare al passo del più debole (20-05-2020)

“Arriva prima il più giovane [Giovanni], e il più vecchio [Pietro], resta indietro. Ma sempre c’è il rispetto di aspettare l’altro. E c’è un’antica regola medievale per i pellegrini, per coloro che facevano i pellegrinaggi ai santuari nel Medio Evo – anche oggi si fanno, pensiamo a Santiago de Compostela, per esempio – una regola che dice: Si deve andare al passo di quello che è più debole, di quello che cammina più adagio. Questa è una cosa molto bella, che noi dobbiamo imparare, come umanità: andare al passo delle persone che hanno un altro ritmo, o almeno considerarli e integrarli nel nostro passo”.

Siamo pronti per Tokyo

 

Nel corso dell’intervista, Pancalli sottolinea la profondità dello spirito paralimpico, partendo dai suoi valori fondanti e ricordando come essi siano pratica quotidiana nell’attività sportiva. Quindi il presidente del CIP ricorda anche Alex Zanardi ad un anno dal terribile incidente che lo vede ancora impegnato per una piena ripresa. “Ci uniamo nella preghiera perché possa tornare a vivere tutto ciò che merita, a Tokyo – dice – lui sarà con noi”. Nei cuori e nelle menti di tutti e ciascuno.

Inclusione e dignità di ogni persona

Il valore dell’inclusione e il rispetto della dignità di ogni essere umano sono alcuni dei temi che scandiscono, il 5 ottobre del 2016, l’udienza di Francesco con i partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio Consiglio della cultura su sport e fede. Il Papa ricorda che “il movimento paralimpico e altre associazioni sportive a sostegno delle persone con disabilità, come Special Olympics, hanno avuto un ruolo decisivo nell’aiutare il pubblico a riconoscere e ammirare le straordinarie prestazioni di atleti con diverse abilità e capacità”. “Questi eventi – sottolinea – ci regalano esperienze in cui risaltano in modo mirabile la grandezza e la purezza del gesto sportivo”.

Fratelli e sorelle in cammino

“Lo sport promuove contatti e relazioni con persone che provengono da culture e ambienti diversi, ci abitua a vivere accogliendo le differenze, a fare di esse un’occasione preziosa di reciproco arricchimento e scoperta”. Rivolgendosi al Comitato italiano paralimpico il 4 ottobre del 2014, Papa Francesco ricorda che “lo sport diventa un’occasione preziosa per riconoscersi come fratelli e sorelle in cammino, per favorire la cultura dell’inclusione e respingere la cultura dello scarto”.

(Fonte: Vatican News)