• 23 Novembre 2024 3:58

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Che io veda!

Diilsycomoro

Mag 27, 2021

Commento di Fra Marcello Buscemi e Tiziana Frigione

Giovedì dell’VIII settimana del T.O

Letture: Sir 42,15-26; Sal 32; Mc 10,46-52

Riflessione biblica

“Coraggio! Alzati, ti chiama! Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù”. Grida il cieco il suo bisogno, e vogliono farlo zittire. Ma “il povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce” (Sal 34,7). Ora tutti lo incoraggiano e divengono, loro malgrado, mediatori di misericordia: “Alzati, ti chiama”. Tre dettagli mi colpiscono. Il cieco, che desidera riavere la vista: non è un cieco nato, ma uno che aveva gustato lo splendore della luce che dà vita, la dolcezza dei colori, la gioia di sentire la presenza delle persone e vedere il loro sguardo.cieco-nato-1-300x169 Che io veda! Questo povero cieco è immagine di tanti che hanno perso la luce della fede e desiderano riacquistare quella luce interiore che guida l’esistenza umana: “Abbiamo abbandonato la via della verità, la luce della giustizia non ci ha illuminati e il sole non è sorto per noi” (Sap 5,6). Essi elevano il grido del loro bisogno: “Manda la tua luce e la tua verità: siano esse a guidarmi, mi conducano alla tua santa montagna, alla tua dimora” (Sal 44,3). E Gesù risponde: “Venite a me! Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). Bisogna accogliere con prontezza le parole di Gesù e gridare il nostro bisogno a colui che può liberarci: egli è il figlio di David, l’inviato di Dio per la nostra salvezza; egli è stato mandato “per portare ai poveri il lieto annuncio, proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, rimettere in libertà gli oppressi, proclamare l’anno di grazia del Signore” (Lc 4,18-19).

A lui ci affidiamo per guarire le nostre quotidiane cecità spirituali: ciò è possibile solo se diamo la nostra risposta di fede al Signore, che fa parlare i muti e fa vedere i ciechi. E la risposta del cieco fu pronta: “gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù”. Si liberò di quel poco che possedeva, rese agile corpo e spirito ed entrò in comunione con colui che è la luce di grazia e santità. “E lo seguiva lungo la strada”, la strada di Gesù: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà” (Lc 9,23-24). Cammino di luce, che illumina ogni uomo (Gv 1,9); di verità, che ci rende liberi figli di Dio (Gv 8,32); di amore, che ci rende operosi per amare quelli che Gesù ama (2Cor 9,6-7).

cieco-nato Che io veda!Lettura esistenziale

Che meraviglia! Oggi Gesù ci chiede:” Cosa vuoi che io faccia per te?” . Un’occasione da non perdere, per realizzare ciò che è veramente importante!Bartimeo, quando ha riconosciuto Gesù , pur non vedendolo, ha cercato in ogni modo di chiamarlo, per porre fine a quella condizione di buio. E’ stato facile per lui rispondere a Gesù, perché era consapevole della sua cecità , così gli ha chiesto soltanto di aprirgli gli occhi.

Possiamo chiedere tante cose a Gesù, convinti di sapere cosa è necessario, ma per vedere oltre tutto ciò che ci sembra tragico, oltre le apparenze, oltre le illusioni, è importante solo avere i suoi occhi, che anche nel dolore ci fanno vedere la gloria e possiamo procedere scorgendo ogni meraviglia, realizzarci come figli e credere che in ogni cosa si esprime l’amore di Dio: “questa è la fede che salva”. Oggi possiamo anche noi iniziare a gridare :” Figlio di David, Gesù, abbi pietà di me!”, sentendoci mendicanti, pronti a chiedere, consapevoli di essere ciechi, ma amici di Gesù che viene a salvarci. Non lasciamo, che nuove voci o tensioni, dentro noi , interrompano questa relazione, questa preghiera, chiedendoci di zittirci. Ascoltiamo il nostro bisogno di luce, il desiderio di cercare sempre Dio, il suo amore.

Fidiamoci del coraggio che nasce in noi, quando sentiamo Gesù vicino, che ascolta il nostro grido e ci chiama, ci fa alzare , abbandonare le nostre sicurezze, gettare via il mantello e , mentre ci facciamo spazio tra la folla, seguiamo la voce di Gesù ed andiamo da lui a ricevere tutto ciò che desidera darci , i suoi stessi occhi. Solo quando abbiamo occhi diversi per vedere la realtà , possiamo entrare con lui a Gerusalemme, affrontare tutto ciò che accade con fede, con la capacità di contemplare la passione , certi della salvezza, perché , proprio vedendo l’amore che Dio ha per noi , veniamo alla luce, nasciamo come figli e tutto ciò che prima era incomprensibile inizia ad avere senso.

Oggi per tutti noi il vero dono non è la luce, ma la consapevolezza che siamo ciechi e mendicanti, allora possiamo rispondere : “Rabbunì, che io veda”.