• 14 Novembre 2024 13:15

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

State attenti a voi stessi

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

San Martino di Tours

Letture: Tt 1,1-9; Sal 23; Lc 17,1-6

Riflessione biblica

“State attenti a voi stessi” (Lc 17,1-6). Breve l’ammonizione, carica di responsabilità. Spesso guardiamo gli altri, ma trascuriamo noi stessi: “Fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi” (Ef 5,15). Bisogna vigilare su stessi: “chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere” (1Cor 10,12). Tre casi ci sono presentati, in cui dobbiamo agire con saggezza: non dare scandalo, perdonare con misericordia, rimanere saldi nella fede. Non dare scandalo: il comportamento del cristiano è quello della “fede che agisce mediante l’amore” (Gal 5,6) e l’amore evita di far male al prossimo: “Tutto è lecito! Sì, ma non tutto giova. Tutto è lecito! Sì, ma non tutto edifica” (1Cor 10,23). Attento! “Se per un cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Non mandare in rovina con il tuo cibo colui per il quale Cristo è morto!” (Rom 14,15). Perdonare con longanimità: non c’è nessuno che non sbaglia. Sia la nostra fede capace di perdono e imiti l’amore misericordioso di Dio: “Egli perdona tutte le nostre colpe, guarisce tutte le nostre infermità” (Sal 103,3). Perdoniamoci sempre a vicenda: “Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati” (Sir 28,2). Sii “come il Padre celeste (Mt 6, 14-15), che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5,45). Segui l’esempio di Gesù: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34). Rimanere saldi nella fede: “Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore” (Sal 27,14). La nostra fede sia operosa nella carità (Gal 5,6): “Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo” (Gal 6,9). Lasciamo operare nel nostro cuore lo Spirito di Dio, che produce in noi il frutto dell’amore, che si manifesta nella pace con tutti, nella pazienza nelle avversità, nel dominio di sé per usare misericordia (Gal 5,22).

Lettura esistenziale

“Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!»” (Lc 17, 5s). Per capire la domanda che gli apostoli rivolgono al Signore: “Aumenta la nostra fede”, dobbiamo riandare alla vertiginosa proposta di Gesù un versetto prima: “Se tuo fratello pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai”. Sembra una missione impossibile, ma notiamo le parole esatte. Se tuo fratello torna e dice di essere pentito, allora tu gli darai fiducia, gli darai credito, un credito immeritato come fa Dio con te; tu crederai nel suo futuro. Questo è il perdono, che non guarda a ieri ma al domani; che non libera il passato, libera il futuro della persona. Gli apostoli tentennano, hanno paura di non farcela, e allora chiedono: “Signore, aumenta la nostra fede”. Accresci, aggiungi fede. È così poca! “Preghiera che Gesù non esaudisce, perché la fede non è un “dono” che arriva da fuori, è la mia risposta ai doni di Dio, al suo corteggiamento mite e disarmato. «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “sradicati e vai a piantarti nel mare” ed esso vi obbedirebbe». Ne basta poca di fede, anzi pochissima, meno di un granello di senape. Tutti abbiamo visto alberi volare e gelsi ubbidire, e questo non per miracoli spettacolari – neanche Gesù ha mai sradicato piante o fatto danzare i colli di Galilea – ma per il prodigio di persone capaci di un amore che non si arrende. Ed erano genitori feriti, missionari coraggiosi, giovani volontari felici e inermi” (Ermes Ronchi).