• 21 Novembre 2024 15:43

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Pizzaballa: la preghiera di pace per Gerusalemme, grido di pace per il mondo intero

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La preghiera per la pace per Gerusalemme è in realtà un grido di pace per il mondo intero. È quanto afferma il card Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, in un messaggio ai partecipanti al convegno internazionale “Domandate pace per Gerusalemme (Sal 122,6)”, organizzato presso l’Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino (KUL), in Polonia, che ha visto la partecipazione di teologi e studiosi biblici di tutto il mondo. L’evento si si è svolto dal 5 al 7 novembre presso l’Ateneo su iniziativa del Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche Abraham J. Heschel in collaborazione con l’Istituto di Scienze Bibliche. Tra gli ospiti invitati, presenti il professor Abraham Skórka, rabbino argentino, e il cardinale Pizzaballa, già dottore honoris causa presso la stessa KUL.

La pace è l’identità di Dio e della Chiesa

Nel suo messaggio, letto in video collegamento, il cardinale ha affermato che i rapporti tra gli abitanti della Terra Santa dovrebbero essere l’immagine della presenza di Dio e dell’intimità con Lui. Ha ricordato che il grido biblico per la pace per Gerusalemme è un appello estremamente attuale nel contesto della complessa e problematica situazione in Terra Santa e ha quindi sottolineato che la pace è di più che uno dei valori che stanno a cuore ai fedeli di Cristo. “Per noi cristiani la pace non è solo uno degli aspetti della vita della Chiesa”, ma “sono tratti costitutivi dell’identità e della missione della Chiesa”, ha detto il porporato. “La pace innanzitutto, prima di diventare un’azione a cui Dio ci invita, ci dice anche qualcosa sull’identità di Dio”, ha aggiunto, richiamando i brani della Scrittura. “La missione della Chiesa è annunciare Dio, e il volto di Dio è soprattutto il volto della pace”.

Gerusalemme, testimonianza della presenza di Dio

Parlando poi della missione della Chiesa in Terra Santa, Pizzaballa ha fatto riferimento a due immagini dell’Apocalisse: la tenda e la Sposa. “È in un certo senso l’identità di Gerusalemme”, ha detto. Gerusalemme è la città che “discende dal cielo”, la presenza di Dio, simboleggiata dalla tenda, e la stretta intimità con il Creatore, la cui immagine è la Sposa. “Questo ci dice qualcosa su come dovrebbe essere la vita di Gerusalemme. La città di Gerusalemme, la Chiesa di Gerusalemme, dovrebbero essere il luogo in cui è visibile la presenza di Dio, mentre l’intimità con Dio dovrebbe essere visibile nelle nostre azioni”.

Pace per Gerusalemme, pace per il mondo

“La preghiera per la pace per Gerusalemme è anche una preghiera per la pace per tutti i popoli”, ha sottolineato ancora il patriarca, “perché a Gerusalemme batte il cuore di tutti i popoli”. Il cardinale ha inoltre ricordato che la vocazione degli abitanti della Terra Santa è quella di testimoniare la vita con Dio e la capacità di portare la vita al prossimo. “Preghiamo – ha concluso – per questo e cerchiamo di esserne un piccolo esempio. So quanto siamo limitati, ma ciononostante, dovremmo sempre ricordare qual è la nostra testimonianza come abitanti di Gerusalemme”.