di FraPè – Un silenzio assordante ieri ha travolto San Fratello, tutti i cittadini dell’antico centro Nebroideo sono rimasti sconvolti per la scomparsa prematura di Maurizio Allegra di soli 40 anni. La sua casa ubicata fuori il centro abitato era già frequentata da tanti suoi amici durante la sua malattia, appena saputo del suo ritorno a Dio, si è assistito ad un vero e proprio pellegrinaggio. Tantissimi i giovani non solo sanfratellani ma provenienti dai paesi limitrofi hanno voluto sostare anche una parte della notte davanti al loro amico Maurizio per accompagnarlo sino all’ultimo istante, facendo corona attorno alla Mamma , al Papà, a Licia la sua ragazza che non l’ha abbandonato mai, al fratello Andrea, Teresa e le nipotine Giulia e Chiara.
Nonostante l’abitazione fosse distante dalla Parrocchia, il feretro è stato portato a spalla da tutti i giovani e dagli amici che facevano a gara per prestare per l’ultima volta la spalla al loro compagno di vita. “La decisione di portalo a spalla è stato il desiderio di tutti noi amici, perché volevamo stare ancora con lui, tenerlo vicino a noi, passare ancora qualche minuto con il nostro amico, far sentire ancora una volta la nostra amicizia, ma soprattutto sentirlo nostro…farlo camminare per l’ultima volta attraversando San Fratello con i nostri piedi” “In chiesa ogni rintocco di campana, ogni parola di Don Ciro, ogni nota dei canti era un girare il coltello dentro una ferita che farà fatica a chiudersi. Eravamo consapevoli che da li a poco il distacco fisico sarebbe stato definitivo”. Questo il racconto di Antonio, uno dei suoi amici che, con voce flebile mi ha inviato su WhatsApp, descrivendomi l’abbraccio silenzioso e commosso di un’intero paese e dei tanti amici venuti da altri paesi dei Nebrodi.
Ad aspettare il corteo funebre che si è trasformato in un’autentica processione seguita dalle note della Banda San Benedetto, c’era una folla interminabile, tantissimi adulti, padri, nonni, mamme che al passaggio di Maurizio hanno pregato con un semplice segno di croce, con lacrime che hanno bagnato il suolo sanfratellano che ancora una volta perde un proprio figlio. La chiesa gremita: sul presbiterio tantissimi giovani così come in tutta l’aula liturgica. Il silenzio al passaggio del giovane era interrotto solamente dal dolore della MAMMA che, come la Madonna descritta da Jacopone da Todi ripeteva come un lamento: “figlio mio, figlio, mio…”
Il portarlo davanti all’altare del Signore ha un significato altissimo, così come ha affermato il parroco Don Ciro Versaci: “Portare Maurizio qui in Chiesa significa consegnarlo alle mani del Signore Gesù, in quelle mani che hanno accolto i bambini, che li hanno abbracciati, quelle mani che hanno guarito, quelle mani forate dai chiodi sulla croce, quelle mani accolgono il nostro Maurizio. Non lo stiamo abbandonando nel buio, ma lo stiamo consegnando a Cristo Signore che accoglie tutti e non lascia indietro nessuno”. “Nessuno lo dimenticherà”, ha continuato Don Ciro che facendo riferimento al suo cognome ha evidenziato l’allegria, la spontaneità, la generosità e il suo essere solidale nei confronti di tutti.
La sua sofferenza sicuramente lo ha avvicinato ancora di più a Cristo Povero e Crocifisso. Una cosa è certa Maurizio vivrà in eterno non solo nei cuori di chi l’ha conosciuto ma vivrà n eterno in Cristo Signore morto ma Risorto.
Prima della benedizione una ragazza amica di Maurizio ha tentato di leggere una lettera ma il suo pianto accumunato a quello di tutti i presenti, non gli ha permesso di dire tutto quello che avrebbe desiderato. All’uscita della chiesa gli amici hanno sollevato il feretro al cielo insieme a tantissimi palloncini bianchi. Tantissimi hanno accompagnato Maurizio al Cimitero di San Fratello, facendo sosta davanti alla sua casa natale nel quartiere Porta Sottana.
Voglio concludere questa dolorosa cronaca scritta tra le lacrime, con ciò che ha scritto la Signora Rosetta Marino, mamma di un caro amico di Maurizio, Bettino D’Ambrogio, salito al cielo qualche anno fa, una mamma che come tutte quella mamme che perdono i figli sa e conosce il dolore della mamma di Maurizio.
E in fine il dolcissimo pensiero scritto dalle nipotine di Maurizio: Giulia e Chiara.
“Non camminare dietro di me, non saprei dove condurti. Non camminare davanti a me, potrei non seguirti. Era la storia di due amici. A volte camminavano in un giardino. Altre in un bosco buio. Io provavo dolore, un dolore che non capivo. Il dolore arrivò. Arrivò in una fredda notte di gennaio del 2016. Ciao Bettino
Oggi 2024 in un autunno che sa di primavera il cielo ruba la storia di due amici . Ciao Maurizio.
Una storia che il mondo ha scritto a modo suo. Una storia crudele e insensata. Una storia di due giovani vite. Ciao Bettino Ciao Maurizio” (Rosetta)
“Ciao Padrino, sei diventato il mio Padrino speciale. Ormai sei andato da Gesù e ora vedrai che starai bene. Ti volevamo un mondo di bene. Sei diventato il nostro angelo custode. Ti vogliamo tanto bene.
Giulia e Chiara”.
Mi chiedo chissà che cosa starà combinando in Paradiso. Arrivederci Maurizio, prega e veglia su di noi!