• 11 Ottobre 2024 0:36

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Sedici frati francescani hanno fatto la loro professione solenne (perpetua) a Gerusalemme, nelle mani del Custode di Terra Santa, Fra Francesco Patton. Provengono da dieci nazioni diverse e tre di loro – Alejandro Pinzón Vinchery, Maikel Anjelo e Mervyn Gladstone Gomez – appartengono alla Custodia di Terra Santa, mentre gli altri appartengono ad altre Province dell’Ordine dei Frati Minori e sono in Terra Santa per i loro studi.

Gioia e dolore

Fra Flavio non è riuscito ad arrivare in tempo. All’estero per gli studi, non è potuto rientrare a Gerusalemme per una settimana a causa delle cancellazioni dei voli causate dalle tensioni con Libano e Iran. Al suo ritorno, professerà i voti perpetui in una cerimonia “ad hoc”. Come lui,  non hanno potuto partecipare i familiari e alcuni superiori delle province di appartenenza del professo.

Per il secondo anno, le professioni solenni si sono svolte con la guerra in corsoNel 2023, si sono tenute il 7 ottobre, giorno dell’attacco di Hamas. “In questo momento – ha sottolineato il Custode nell’omelia   stiamo vivendo la gioia di poter seguire il Signore e donarci a Lui e, nello stesso tempo, questo contesto di tensione e di guerra che da anni affligge il territorio della nostra missione e che tocca il cuore di ciascuno di noi e ci fa soffrire”.

Un impegno per la vita

professioni30 Terra Santa: il SI definitivo di 16 frati, un dono d'amore in mezzo alla guerraCon la professione perpetua, i frati vengono ammessi definitivamente nell’Ordine dei Frati Minori, con l’impegno di amare tutta la vita in obbedienza, senza nulla possedere e in castità, secondo la Regola dell’Ordine. È un passaggio spirituale ma anche giuridico. Ogni frate, dopo aver recitato la frase della professione nelle mani del Custode, la firma sull’altare. Inoltre, dopo la cerimonia, ogni frate firma l’ Attestato della professione solenne in quattro copie e viene firmato anche dal Provinciale che ha ricevuto la professione – in questo caso il Custode – dai due testimoni che ciascuno dei professi ha scelto e che gli sono stati accanto nel giorno della professione.

Nell’omelia, il Custode si è rivolto in particolare ai professi solenni: «Nel capitolo XVI della Regola non bollata, san Francesco è esplicito su un aspetto che dobbiamo sempre tenere presente, ma soprattutto nel contesto in cui viviamo: ‘E tutti i frati, dovunque si trovino, si ricordino di essersi dati e di aver abbandonato i loro corpi al Signore nostro Gesù Cristo. E per amore suo devono esporsi ai nemici visibili e invisibili, come dice il Signore: ” Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”» (Rm 1,14).

Nelle mani della Chiesa

dsc_9596 Terra Santa: il SI definitivo di 16 frati, un dono d'amore in mezzo alla guerra“Tutta la Chiesa cammina con voi. La Chiesa visibile che riempie San Salvatore ma anche quella invisibile, i santi”, ha detto il Custode. Subito dopo l’omelia è arrivato il momento della professione solenne . Dopo aver pronunciato i voti, i frati si sono prostrati mentre venivano cantate le litanie dei Santi. Poi ogni frate si è inginocchiato ,  ha messo le sue mani in quelle del Custode e ha pronunciato la professione nella propria lingua. Dopo la preghiera solenne con l’imposizione delle mani sul neoprofesso, tutti i frati presenti hanno abbracciato il neoprofesso come segno concreto e fraterno dell’abbraccio dell’Ordine e della Chiesa verso i suoi figli.

(Fonte: custodia.org – Marinella Bandini)