di Fra Alfio Lanfranco – Un convegno dal titolo: “Benedetto San Fratello, storia, teologia, attualità” è stato organizzato da Don Cirino Versaci, parroco della comunità ecclesiale di San Fratello (Me), nel contesto del Centenario della nascita del Santo Moro. Il convegno ha avuto luogo nella Chiesa Madre di San Fratello venerdì 13 settembre 2024.
Attraverso la riflessione dei relatori intervenuti, il convegno si proponeva di approfondire la figura del santo francescano nato a San Fratello nel 1524 e morto a Palermo, nel Convento di Santa Maria di Gesù nel 1589.
La prospettiva storica è stata affrontata dal primo relatore, fra Salvatore Vacca, frate cappuccino e docente ordinario di Storia ecclesiastica presso la Pontificia Facoltà Teologica di Palermo. La Bolla di canonizzazione, letta dal prof. Vacca, fa emergere i tratti essenziali di questo santo: giovane lavoratore della terra, nei territori di San Fratello, fu chiamato da un eremita fra Girolamo Lanza a seguirlo nella vita eremitica, in una itineranza che lo condusse in diversi eremi della Sicilia occidentale fin sul monte Pellegrino di Palermo per vivere una vita di preghiera e penitenza. Secondo la Regola degli Eremi di San Francesco, anche la vita degli eremiti del Lanza era caratterizzata da una solitudine alternata a periodi di vita comunitaria. Viene accolto infine nel Convento di Santa Maria di Gesù di Palermo e qui continua la sua esperienza come frate francescano, distinguendosi per la semplicità di vita, la sapienza della Sacra Scrittura, la vicinanza ai poveri e agli ultimi, lo stile solitario e penitente ma mai distante dagli uomini. Il culto a san Benedetto si è diffuso sin dai primi decenni successivi alla sua morte in diversi paesi dell’America Latina, tra cui Venezuela, Brasile, Perù, così come ha sottolineato il secondo relatore del convegno, il prof. Alessandro Dell’Aira, già docente e direttore degli “Istituti italiani di cultura all’estero”.
Il prof. Alessandro Dell’Aira, docente di italiano e storia nelle scuole superiori, preside, dirigente scolastico, giornalista, scrittore, traduttore, ricercatore, musicologo, apneista – in una parola, come ama ripetere, «scavatore» – è ora un pensionato al sole di Cefalù, ha condiviso con i partecipanti al convegno la sua passione per Benedetto il Moro, al quale ha dedicato tempo e studi per quarant’anni della sua vita. E ha offerto agli uditori un percorso fatto di parole e immagini: dalle immagini dei frontespizi delle prime biografie a quelle del culto attuale nei paesi dell’America Latina; dalla descrizione delle virtù umane di Benedetto alle tracce biografiche del suo incontro con la figura dello “scavuzzo” di Palermo (così veniva chiamato); dalla evocazione della “santità nera” ai segni della sua presenza nella contemporaneità.
Il convegno ha raggiunto il suo apice con l’intervento di Don Vito Impellizzeri, Preside della Pontifica Facoltà Teologica di Sicilia, il quale ha accostato la figura di Benedetto il Moro, figlio di schiavi africani, alla figura di un altro schiavo descritto da San Paolo nella sua lettera a Filemone: lo schiavo Onesimo. Il legame di profonda fraternità e sincero amore che Paolo instaurò con questo schiavo incontrato durante la sua prigionia diventa paradigma per intessere “legami di Vangelo” che vadano oltre i “legami di sangue”. È il Vangelo che offre la possibilità di andare oltre la logica delle relazioni parentali per creare relazioni affettive che abbattono differenze e barriere. Cosa dice a noi oggi la figura di Benedetto, uomo nero di carnagione e che porta i segni biografici della schiavitù? Questo il forte interrogativo posto da Don Vito ai partecipanti. Benedetto oggi diventa segno provocatorio per tutti noi: che ne facciamo della “carne” del fratello che è prigioniero delle varie nuove schiavitù? Come intessiamo legami che hanno sapore di Vangelo attraverso l’accoglienza e l’amicizia con coloro che arrivano da terre lontane, scappando da terre in guerra o condotti nelle nostre terre dalle odierne rotte della schiavitù? Gli interrogativi consegnati alla piccola comunità montana di San Fratello hanno avuto una eco potentissima a tal punto da diventare appello universale attraverso il santo “schiavo e moro”.
Presenti un gruppo di Frati Minori provenienti da diversi luoghi della Sicilia, oltre i Frati originari di San Fratello.
Il convegno si è concluso con “l’arrivederci” che il parroco don Cirino ha rivolto alla comunità e che prevederà nell’agenda del triennio 2024-2026 altri appuntamenti che avranno come protagonista la figura di San Benedetto da San Fratello.