Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Giovedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario
Letture: 1Cor 8,1-7.11-13 Sal 138 Lc 6,27-38
Riflessione biblica
“Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,27-38). È il principio fondamentale del vivere cristiano: “Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà avuto misericordia” (Gc 2,12). Supera “la regola d’oro”: “come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro” (Lc 6,31). La “regola d’oro” è massima di sapienza, basata sul buon senso umano; la misericordia ci rende simili a Dio: “Sarete figli dell’Altissimo: egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi” (Lc 6,35). La logica non è quella della tolleranza, ma la logica della gratuità dell’amore divino: “A stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rom 5,7-8). La misericordia non guarda il peccato, ma il peccatore: una persona da amare e nell’amore conquistarlo al bene e con il bene: “non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rom 12,21). L’amore misericordioso non ha limiti: “Prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e discernimento, perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo” (Fil 1,9-11). Non si stanca di fare il bene: “Non ci stanchiamo mai di fare il bene, perché, se non ci stanchiamo, a suo tempo mieteremo. Finché abbiamo tempo, facciamo del bene a tutti, ma specialmente ai fratelli di fede” (Gal 6,9-10). Amiamo i nemici, perché Gesù non solo ha amato i peccatori, ma ha dato la sua vita per tutti noi, bisognosi della sua misericordia: “Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore Gesù Cristo con tutti i suoi santi” (1Tes 3,12).
Lettura esistenziale
“Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male” (Lc 6, 27s). Nella storia dell’umanità nessuno ha mai pronunciato parole più rivoluzionarie di queste. Parole che, prima di tutto ha vissuto e incarnato e poi ha pronunciato Nostro Signore Gesù Cristo. Ed ha concesso anche a noi la grazia e la capacità di viverle, di metterle in pratica. Ma se siamo sinceri, dobbiamo ammettere che talvolta noi non riusciamo ad amare nemmeno chi ci ama e invece di essere riconoscenti per il bene che riceviamo, disprezziamo e feriamo anche chi ci vuol bene. Se non riusciamo ad amare nemmeno quelli che dovremmo amare, come riusciremo ad amare perfino i nostri nemici? Questo non è solamente “difficile”, ma semplicemente “impossibile” se cerchiamo di realizzarlo con le nostre forze. È invece un “dono” di Dio. Questo dono nasce dall’esperienza del perdono e della misericordia di Dio verso di noi peccatori. Se Dio ci perdona e ci accoglie incondizionatamente, anche noi dobbiamo fare lo stesso con il nostro prossimo. Bisogna però che riconosciamo umilmente i nostri peccati e apriamo il nostro cuore al Suo Amore, lasciando cadere tutte le barriere dell’odio, dell’egoismo, del rancore, della vendetta, perché trionfi l’Amore, il Suo Amore. Questa vita è come un soffio, passa presto; arriverà per tutti il momento di chiudere gli occhi su questa terra e di aprirli nell’altra vita ove riceveremo la ricompensa eterna per tutte le azioni che abbiamo compiute in questa vita, sia in bene che in male. Non sappiamo quanto tempo ci rimane ancora da vivere, non rimandiamo la nostra conversione a domani perché il futuro non ci appartiene. Quello che ci appartiene è il momento presente, solo questo possiamo colmare di amore: incominciamo subito.