• 22 Novembre 2024 7:11

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Mediterranea soccorre 67 migranti con la cooperazione della Guardia Costiera italiana

Erano partiti da poche dal porto di Trapani quando si sono imbattuti in un barcone alla deriva, stracarico di migranti in pericolo, e hanno portato in salvo almeno 67, grazie alla cooperazione con la Guardia Costiera italiana.

«Stiamo cooperando con la motovedetta della Guardia Costiera Italiana a cavallo tra zona Sar maltese e zona Sar tunisina – racconta don Mattia Ferrari a bordo della nave Mare Jonio – nel soccorso di 67 persone tra cui 16 donne e 15 bambini a bordo di una barca di legno sovraffollata che stava pericolosamente imbarcando acqua. Abbiamo stabilizzato l’imbarcazione e distribuito i giubbotti di salvataggio, poi le persone le ha caricate a bordo la Guardia Costiera».

«Prego per voi e per la vostra testimonianza», papa Francesco ha inviato, per tramite proprio di don Mattia Ferrari un messaggio all’equipaggio della Ong Mediterranea e del veliero di Migrantes, in missione nel Mediterraneo da poche ore per salvare vite umane. L’operazione è partita venerdì sera dal porto di Trapani. «Una missione di particolare rilevanza» perché per la prima volta la nave è accompagnata lungo la sua rotta da una barca a vela di supporto organizzata dalla fondazione Migrantes della Chiesa cattolica italiana, «con funzioni di osservazione e documentazione, informazione e testimonianza», afferma la Ong. Le due imbarcazioni hanno raggiunto ieri pomeriggio l’area di operazioni Sar a sud di Lampedusa.

«Siamo tornati di nuovo là dove bisogna essere: nel Mediterraneo per soccorrere le persone in fuga da tortura, violenze e violazioni dei diritti umani e contrastare le intercettazioni e le deportazioni in Libia e Tunisia», scrive sui social l’organizzazione umanitaria.

All’obiettivo prioritario della missione di salvaguardare a ogni costo ogni singola vita umana in pericolo in mare, spiega Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, si aggiunge infatti quello di impedire intercettazioni e respingimenti delle persone migranti «verso porti e Paesi “non sicuri”, dove i diritti fondamentali sono negati e la stessa incolumità delle persone è quotidianamente a rischio. Intercettazioni e respingimenti che sono aperte violazioni del diritto internazionale, umanitario e marittimo.