Erano partiti da poche dal porto di Trapani quando si sono imbattuti in un barcone alla deriva, stracarico di migranti in pericolo, e hanno portato in salvo almeno 67, grazie alla cooperazione con la Guardia Costiera italiana.
«Stiamo cooperando con la motovedetta della Guardia Costiera Italiana a cavallo tra zona Sar maltese e zona Sar tunisina – racconta don Mattia Ferrari a bordo della nave Mare Jonio – nel soccorso di 67 persone tra cui 16 donne e 15 bambini a bordo di una barca di legno sovraffollata che stava pericolosamente imbarcando acqua. Abbiamo stabilizzato l’imbarcazione e distribuito i giubbotti di salvataggio, poi le persone le ha caricate a bordo la Guardia Costiera».
«Prego per voi e per la vostra testimonianza», papa Francesco ha inviato, per tramite proprio di don Mattia Ferrari un messaggio all’equipaggio della Ong Mediterranea e del veliero di Migrantes, in missione nel Mediterraneo da poche ore per salvare vite umane. L’operazione è partita venerdì sera dal porto di Trapani. «Una missione di particolare rilevanza» perché per la prima volta la nave è accompagnata lungo la sua rotta da una barca a vela di supporto organizzata dalla fondazione Migrantes della Chiesa cattolica italiana, «con funzioni di osservazione e documentazione, informazione e testimonianza», afferma la Ong. Le due imbarcazioni hanno raggiunto ieri pomeriggio l’area di operazioni Sar a sud di Lampedusa.
All’obiettivo prioritario della missione di salvaguardare a ogni costo ogni singola vita umana in pericolo in mare, spiega Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, si aggiunge infatti quello di impedire intercettazioni e respingimenti delle persone migranti «verso porti e Paesi “non sicuri”, dove i diritti fondamentali sono negati e la stessa incolumità delle persone è quotidianamente a rischio. Intercettazioni e respingimenti che sono aperte violazioni del diritto internazionale, umanitario e marittimo.