• 23 Novembre 2024 0:49

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi

San Massimiliano Maria Kolbe

Letture: Ez 9,1-7;10,18-22; Sal 112; Mt 18,15-20

“Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo” (Mt 18,15-20). È difficile ammonire il fratello! Eppure, la correzione fraterna è atto di amore per il fratello che sbaglia. Non solo dobbiamo perdonarlo, ma aiutarlo a ravvedersi, ritrovando la verità e la giustizia. Per lo più: ci trinceriamo nel silenzio o ricorriamo alla mormorazione o peggio al risentimento. Ricordiamoci: la persona che sbaglia rimane un “fratello”, non un nemico da scartare o da odiare. Qualunque sia lo sbaglio, è sempre un fratello che ha bisogno di aiuto per riflettere, da riportare alla comunione d’amore. “Cerchiamo ciò che porta alla pace e all’edificazione vicendevole” (Rom 14,19). Il silenzio da solo non basta. Se lo si pratica, deve essere unito alla preghiera per il fratello, chiedendo a Dio di illuminare il suo cuore con la luce della verità: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rom 12,21). La mormorazione: non serve. Non serve al fratello: egli non può correggersi, se parliamo alle sue spalle e non lo correggiamo con misericordia. “Non dite male gli uni degli altri. Chi dice male del fratello o giudica il suo fratello, parla contro la Legge e giudica la Legge. Uno solo è legislatore e giudice, colui che può salvare e mandare in rovina; ma chi sei tu, che giudichi il tuo prossimo?” (Gc 4,11-12). Risentimento: non dà pace né al nostro cuore, che si tormenta inutilmente per il male ricevuto, né al fratello che rimarrà senza correzione. “Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso (Lev 19,17-18). In tutti questi atteggiamenti, non c’è sapienza del cuore: “La sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia” (Gc 3,17-18).