• 22 Novembre 2024 5:18

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

di Francesco Polizzotti

Come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) doveva intervenire sulla sanità territoriale era ben noto a tutti. 7 miliardi di euro destinati dal Pnrr per l’assistenza sanitaria territoriale. 1.430 le case della comunità che si prevede di costituire con i fondi Pnrr. Oltre 400 gli ospedali di comunità da istituire entro il 2026. La cronaca dagli ospedali purtroppo ci dice altro. L’immagine della medicazione di un paziente in pronto soccorso con il ricorso ad un cartone al posto delle stecche da la sensazione all’opinione pubblica come di questa mole di risorse riconosciute dall’Europa al nostro Paese anche a seguito dell’emergenza sanitaria,  poco arrivi nella rete ospedaliera e di riflesso nella tutela della salute dei cittadini.

Ricordiamo il fatto. I medici del pronto soccorso del “Barone Romeo” di Patti, nel Messinese, hanno fatto del loro meglio con quello di cui disponevano: immobilizzare una gamba con frattura al perone usando un cartone da imballaggio, in mancanza di stecche per l’ingessatura. Si dirà dopo che il materiale poteva essere richiesto al PS di Milazzo, aperto h24. Di questo fatto a pagare al momento è stato solo il direttore del Pronto soccorso.

Numerosi poi sono i presidi sparsi per la Regione Siciliana a difesa dei piccoli ospedali per la paura che vengano dismessi o ridotti all’osso, quelli che nella visione ottimale sarebbero dovuti essere potenziati proprio per il valore di prossimità soprattutto per le aree interne e quelle lontane dai centri più popolosi.

In attuazione ad esempio del Dm 77/2022 del Ministero della Salute, la riorganizzazione della medicina territoriale resta una delle prime sfide da affrontare per dotare il Paese di un Servizio sanitario in grado di dare le risposte di prossimità attese ai cittadini: l’abbattimento delle liste di attesa, l’accesso ai servizi e ai farmaci sono solo alcune delle criticità che possono essere affrontate alleggerendo il sovraffollamento degli ospedali. I progetti e le risorse economiche (circa 7 mld di euro), contenuti nella Missione 6, Componente 1, del PNRR rappresentavano, un’opportunità importante per consentire l’avvio di una riforma del sistema salute con radici ben salde sul territorio, che, per noi, rappresenta il pilastro principale del SSN. Sempre nel 2022, il via libera del governo Schifani al Piano della rete territoriale di assistenza della Regione Siciliana, in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Già in quell’occasione, l’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo  disse come l’obiettivo posto dalla Giunta era quello di portare la sanità ad un livello sempre più prossimo al cittadino. Sia per migliorare il rapporto tra popolazione e sanità pubblica sia per intervenire concretamente sul problema del sovraffollamento degli ospedali. “I pazienti che non necessitano di cure ad alta intensità – disse la Volo – potranno ricevere assistenza da altre strutture e anche con maggiore soddisfazione”.

Ad oggi questa visione sembra ancora stentare a prendere forma e sono numerose le realtà che richiamano la politica regionale perchè non perda il treno degli aiuti e la possibilità di garantire a tutti i siciliani cure adeguate con standard più elevati, a vantaggio della comunità e degli spessi professionisti e operatori verso i quali si scaglia, a torto, il malcontento della gente.

Davide Faraone, deputato siciliano di Italia Viva, non ha perso l’occasione per richiamare la politica siciliana dopo che il caso del nosocomio pattese è finito alla ribalta nazionale. Scrive su sul profilo X: “La mia regione è finita sui giornali, nei giorni scorsi, per l’ospedale di Patti e l’uso che lì si è fatto del cartone da imballaggi al delle stecche per una frattura alla gamba. Ma l’Assemblea regionale, che ha fatto?”. “Ha destinato 300 mila euro per la squadra del Trapani calcio, neopromossa nel campionato di serie C – aggiunge Faraone -. Come a dire, prima lo svago e poi la salute”.

 

Intanto il presidente Renato Schifani ha chiesto espressamente una Commissione tecnica di valutazione per conoscere il reale stato di efficienza e di operatività delle aree di emergenza e urgenza di ciascun presidio ospedaliero delle Aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale. 

Dal canto nostro, come cittadini, aspettiamo invece quel giorno in cui la politica uscirà dai gangli amministrativi e aziendali della sanità.