Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore
XVII Domenica del Tempo Ordinario
Letture: 2Re 4,42-44; Sal 144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
“Gesù alza gli occhi e vede la folla.” Mi è sempre piaciuto pensare Gesù che guarda fisso negli occhi ognuno di noi, chi gli sta di fronte. Egli è un Dio concreto, vede fame e dolore, cattiveria e volenza. Vede le sue pecorelle prive di pastori e dominate da mercenari senza scrupoli, ne prova compassione, ma non pena .Gesù si occupa e si preoccupa per ognuno di noi.
Gesù percepisce la fame di quella gente e provoca Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». È lui che prende iniziativa. Non chiede agli apostoli come sfamare la folla, ma: da dove? Da dove prendere il necessario per sfamare tanta gente. Cerca delle soluzioni. E ce l’ha: chiedere aiuto, spingere alla solidarietà e alla condivisione, coinvolgere, fare rete, creare legami. Come ai discepoli anche noi siamo davanti ad una scelta: vogliamo un Dio che ci sfama o uno che ci insegna la condivisione? Modello del discepolo oggi è un ragazzo senza nome né volto, che dona ciò che ha, senza pensarci, e così innesca la spirale della condivisione, il miracolo del dono.
Gesù non si pone il problema di chi paga. L’unico pensiero di Gesù è l’uomo. Ciò che veramente importa è quanto io, tu, noi vogliamo condividere.
Quel ragazzo mette in gioco tutto quello che ha. Quel poco che ha. Cosa puoi fare con cinque pani e due pesci? Forse niente… ma lo fa. Se tutti imitassimo il ragazzo del vangelo il cambiamento sarebbe assicurato. Il miracolo non sta nel moltiplicare pani ma nel condividerli. Chi condivide ciò che possiede: tempo, averi, carismi… basta anche un sorriso o una pacca sulla spalla, diventa ricco del dono offerto e ricevuto.
Dopo il segno della condivisione, la gente vuole Gesù come re, ma lui vuole essere solo un profeta che da voce a chi non viene ascoltato, considerato e sfruttato… succede anche oggi…
Buona condivisione e buona domenica!