• 22 Novembre 2024 17:33

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Lunedì della Settimana Santa

Letture: Is 42,1-7; Sal 26;Gv 12,1-11

Riflessione biblica

“Maria, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento” (Gv 12,1-11). Gesto delicato e affettuoso, presago e profetico del mistero di morte che si stava per compiere in Gesù: “Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura” (Gv 12,7). Al centro, c’è Gesù e vicino la sua discepola. Prese del nardo prezioso: per Giuda, spreco di trecento denari; per Maria, gesto di amore senza limiti. L’amore non guarda allo “spreco” né al disprezzo, ma alla persona a cui si dirige: amare il Signore è il “vero nardo prezioso”. Cosparse i piedi di Gesù: Maria serve il suo “Maestro e Signore” e compie il gesto più bello dell’ospitalità: onorare l’ospite profumandogli i piedi (Lc 7,46). “Li asciugò con i suoi capelli”: gesto delicato di amore per colui che per lei era “via, verità e vita”, ma anche segno di onore e di devozione verso colui che stava consegnando se stesso per donarci la vita. E il profumo riempì la casa: “Noi siamo il profumo di Cristo per quelli che si salvano e per quelli che si perdono; per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita” (2Cor 2,15-16). Lasciamo brontolare i vari “Giuda” di turno, noi vogliamo onorare Cristo con il profumò dell’amore. Onoriamolo nella comunione intima con lui e sapremo riconoscere il suo volto nei poveri e nei sofferenti: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Versiamolo con “lacrime di pentimento”: l’amore purifica il cuore e lo rinnova. Asciughiamo i piedi del Signore: l’amore si fa umile nel servizio dei fratelli, vera immagine di Gesù. “E la casa si riempi di profumo”: “Camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore”

Lettura esistenziale

“Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tuta la casa si riempi dell’aroma di quel profumo” (Gv 12, 3). La cena di Betania è preludio alla morte di Gesù, nel segno dell’unzione che Maria fece in omaggio al Maestro e che Egli accettò in previsione della sua sepoltura. Ma è anche annuncio della risurrezione, mediante la presenza stessa di Lazzaro risuscitato, testimonianza eloquente del potere di Cristo sulla morte. Oltre alla pregnanza di significato pasquale, la narrazione della cena di Betania reca con sé una struggente risonanza, colma di affetto e di devozione; un misto di gioia e di dolore: gioia festosa per la visita di Gesù e dei suoi discepoli, per la risurrezione di Lazzaro, per la Pasqua ormai vicina; amarezza profonda perché quella Pasqua sarebbe stata l’ultima, a motivo delle trame dei Giudei che volevano la morte di Gesù e le minacce contro lo stesso Lazzaro di cui si progettava l’eliminazione. Il gesto dell’unzione compiuto da Maria parla in modo singolare ai nostri cuori. È uno di quei dettagli della vita di Gesù che san Giovanni ha raccolto nella memoria del suo cuore e che contiene una inesauribile carica espressiva. Esso parla dell’amore per Cristo, un amore sovrabbondante, come quell’unguento “assai prezioso” versato sui suoi piedi. Fatto, questo, che scandalizzò Giuda Iscariota, poiché la logica dell’amore si scontra con quella del tornaconto. L’amore vero è senza misura e senza calcolo. È così il nostro amore per Cristo? Se lo è il profumo della nostra fede, speranza e carità riempirà la Chiesa e il mondo intero, senza che ce ne accorgiamo.