• 22 Novembre 2024 3:31

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Autonomia differenziata, vescovi siciliani contro la riforma approvata dal Governo

I Vescovi delle diocesi di Sicilia continuano a seguire con attenzione l’iter della proposta di legge sull’Autonomia differenziata attualmente in discussione alla Camera dopo l’approvazione in Senato il 23 gennaio scorso. Già in data 23 maggio 2023 la CESi, attraverso il Vescovo delegato per la Pastorale Sociale aveva presentato le osservazioni all’originario DDL, dopo aver consultato la Commissione regionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia, la Pace e la Salvaguardia del Creato, l’Osservatorio Giuridico-Legislativo e la Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali (CRAL); osservazioni regolarmente registrate presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato (seduta n. 67).

Diverse sono state le criticità rilevate nella comunicazione al Senato che in parte sono state recepite. Tuttavia ne permangono ancora altre, specialmente in riferimento alla particolare autonomia di cui gode la Sicilia, essendo una regione a Statuto speciale ma che non ha visto ancora non del tutto attuato quanto contemplato in esso.

“Squilibri strutturali ed economici”, che potrebbero “colpire in modo grave l’unità nazionale in favore di preoccupanti spinte secessioniste istituzionalizzate”, questo il giudizio durissimo dei vescovi siciliani sulla legge in discussione alla Camera, già approvata a gennaio in Senato. Per i vescovi, nonostante il testo ponga l’attenzione sull’importanza di “evitare disparità di trattamento sull’intero territorio nazionale”, è “proprio dalle previsioni normative in esso contenute che tale rischio emerge”. E il pericolo è quello di un “impatto disastroso” per l’economia dell’isola, “già in grande sofferenza”.

Diverse, si legge  ancora nella nota della Conferenza episcopale siciliana, “sono state le criticità rilevate nella comunicazione al Senato che in parte sono state recepite. Tuttavia ne permangono ancora altre, specialmente in riferimento alla particolare autonomia di cui gode la Sicilia, essendo una regione a statuto speciale ma che non ha visto ancora del tutto attuato quanto contemplato in esso”.