• 22 Novembre 2024 5:21

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Rock in dialetto gallo italico: Eleonora Bordonaro canta la frana che devastò San Fratello

Era il 10 febbraio del 2010 quando una frana devastante colpisce la collina di San Fratello, un piccolo paese alle pendici dei Monti Nebrodi, nel Messinese, costringendo molti abitanti a lasciare le proprie case e trasferirsi altrove.

Da questo episodio prende vita “AIRÀM UOI” (in italiano Aiutatemi voi), il nuovo singolo di Eleonora Bordonaro dal gusto elegantemente rock che anticipa l’album RODA – ovvero LEI in gallo italico – in uscita il prossimo primo marzoIl brano è accompagnato da un video girato tra Catania e Messina, con la direzione artistica di Sara Castrogiovanni e Luca Bordonaro.

Cantato in una lingua “resistente” che vive e si sviluppa esclusivamente in un comune di poco più di 3500 abitanti, il galloitalico di San Fratello, l’album conta in tutto nove brani inediti, dove l’elettronica convive felicemente con alcuni strumenti tradizionali siciliani e con le trombe dei Giudei, quelle ad un solo pistone modello 1884. Intorno al loro “sgrigno” (così i sanfratellani chiamano lo “squillo”), Puccio Castrogiovanni, arrangiatore e coautore delle musiche, ha costruito l’intero mondo sonoro che caratterizza il progetto.

Il singolo “AIRÀM UOI”

La Pasqua del 2010 verrà ricordata come quella della frana. Nell’atmosfera rarefatta della piazza della Chiesa del Convento, davanti al paese intero, i Giudei rompono il silenzio intonando la sonata detta La Disgrazziera, per ringraziare la vita e affermare che insieme si può tutto. Dopo la pioggia torna sempre il sereno, come dice il proverbio che, come un mantra, accompagna il brano; una frase ricorrente di Pippo Bordonaro, il papà di Eleonora.

Il testo, firmato dalla cantautrice di Paternò, è stato ispirato da un racconto di Fra’ Giuseppe Maggiore dell’Ordine Francescano dei Frati Minori di Sicilia appartenente  alla Fraternità del Santuario Nostra Signora di Lourdes di Messina.

Nel testo si fa riferimento alla consuetudine durante la processione di distribuire tra la popolazione di focacce di pane azzimo precedentemente passate sulle piaghe della statua del Cristo in croce. Le focacce, vengono gelosamente conservate per tutto l’anno ed esposte fuori da porte e finestre in caso di maltempo ed imminente pericolo, espressione di fede del popolo sanfratellano.

LA LINGUA

Il galloitalico di San Fratello, detto anche Lombardo di Sicilia, è un dialetto composto da frammenti di varie parlate dell’Italia settentrionale. Si è formato a partire dall’XI secolo, in seguito all’arrivo nell’isola di soldati e coloni durante la reggenza di Adelasia del Vasto della dinastia Normanna, originaria del Monferrato, in Piemonte. Assolutamente incomprensibile per i non nativi, è ancora oggi quotidianamente utilizzato da tutte le generazioni, dai bambini ai centenari, e trasversalmente da tutte le classi sociali.

Trasmesso oralmente e scritto solo di recente, suona esotico, intatto, vittorioso contro le insidie della globalizzazione linguistica e mentale, gelosamente protetto dai sanfratellani.

Ma, come accennato, il cuore pulsante e suonante del progetto sono i Giudei, figure tipiche della Settimana Santa: musicisti, figuranti, acrobati, disturbatori dei riti sacri. Probabilmente personaggi sopravvissuti ad antiche rappresentazioni sacre, che, durante la passione di Cristo crocifisso, demoniacamente si scatenano; ieratici nei loro preziosissimi costumi, un po’ guerrieri, un po’ fauni, un po’ flagellanti, intonano con le loro trombe melodie militari, ballabili e marce.

IL PROGETTO

RODA è costruito come un percorso. I brani progressivamente aprono alla conoscenza poetica di vari aspetti di San Fratello e dei Giudei visti con l’occhio del viaggiatore, di chi si stupisce e interpreta le visioni e gli stimoli che riceve, ricostruendo ne le ragioni. Come fosse un Grand Tour.

Nessun intento etnomusicologico né scientifico, ma solo stupore, empatia e curiosità.

L’idea – racconta Eleonora Bordonaro – era quella di testimoniare una lingua che combatte per rimanere in vita, testimoniarla attraverso l’integrazione del mondo sonoro tradizionale del luogo, cioè quello dei Giudei, con la creatività contemporanea. I testi originali sono dedicati al racconto del rito, prendono spunto da episodi vissuti durante gli anni della mia frequentazione della festa di Pasqua e sono stati ispirati da autori locali o semplici informatori”.

RODA è stato realizzato con il contributo di NUOVOIMAIE

AIRÀM UOI (Testo e traduzione)

Mi truvuoma ntô Cìan dû Cuvant

suoma assei, tucc mut, chjussei di diciant

Pi rringrazier la terra chi bambarìa e gira,

chi scidìca e chièngia

chi si arb e chi si späca

Pätri di la Misiricàrdia, Airàm Uoi

Pätri Gränn, Airàm Uoi

Signardìa di la Piatea Airàm Uoi

Pätri Gränn, Airàm Uoi

Saura la späda nciaiera purtuoma u Signardìa di la Piatea,

u Santìsim Ciaamu, la Ndulurära,

e li sunäri di la Disgrazziera

Li uastedi li sarvuoma pi d’invearn

quänn dilluvia, ciuov e sciuoscia fart u vant

Pätri di la Misiricàrdia, Airàm Uoi

Ca u ban tamp e u meu tamp ni dura tutt u tamp

ca bon tempu e malu tempu non dura tuttu u tempu

bon tempu e malu tempu non dura tuttu u tempu

AIUTATEMI VOI

Ci troviamo al Piazzale del Convento,

siamo tanti, tutti muti, più di duecento.

Per ringraziare la terra che traballa

e gira, che scivola e cambia,

che si apre e si spacca.

Padre della Misericordia Aiutatemi voi,

Padre Grande Aiutatemi voi.

Signor Iddio delle Pietà Aiutatemi voi.

Sopra la spalla coperta di piaghe

portiamo il Signor Iddio della Pietà,

l’Ecce Homo, la Regina Addolorata

e le suonate della Disgraziata.

Le focacce di pane votivo le conserviamo

per l’inverno, quando diluvia,

piove e tira forte il vento.

Padre della Misericordia aiutatemi voi,

ché bel tempo e cattivo tempo

non dura tutto il tempo.