L’incontro a Palazzo di Città, con una conferenza moderata da Quintilia Celestri, presidente del civico consesso di Pozzallo, ha visto sedere al tavolo dei relatori la Prof.ssa Grazia Dormiente, Padre Ibrahim Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa, Mons. Salvatore Rumeo, Vescovo di Noto e Roberto Ammatuna, Sindaco di Pozzallo.
Nel corso dell’incontro è stata messa in luce l’utopia lapiriana. La prof.ssa Grazia Dormiente ha tracciato brevemente l’importanza socio-politica del pensiero di La Pira, sottolineando l’impegno fervente a favore della pace non solo nel Mediterraneo ma anche nel mondo intero.
Padre Ibrahim Faltas, che si è speso molto per il dialogo tra arabi, palestinesi e israeliani, ha raccontato dell’attuale situazione in Medio Oriente.
Nel corso del suo intervento ha rimarcato il forte amore di La Pira per la Terra Santa.
“La Pira – ha commentato padre Faltas – ha compreso il cuore del conflitto tra Palestina e Israele. Tra i pochi che ha compreso cosa è realmente Betlemme,: un messaggio di pace perché tutti siamo nati lì”.
“Una grande figura per noi e per tutti. Un uomo che ha lavorato per la pace e che ha detto che abbiamo bisogno della pace. La sua visione è ancora attuale: occorre creare ponti e non muri” ha concluso padre Faltas.
Il Vescovo nel suo intervento ha ricordato l’importanza di accendere i riflettori su un uomo che ha segnato la vita di fede, politica e culturale dell’Italia e non solo.
“Con il pensiero di Giorgio La Pira siamo nel cuore del secolo breve – ha affermato Mons. Rumeo – lui è stato un uomo dalla grande libertà interiore. Il suo pensiero e la sua vita spirituale va compresa a partire da San Tommaso D’Aquino. La Pira è riuscito a trasmettere agli altri le cose contemplate in un modo nuovo e incisivo. Una persona che non ha mai dimenticato le sue origini, ma che è stato cittadino del mondo. Il ‘Sindaco Santo’ di Firenze, così come viene definito, ha sempre declinato la sua sicilianità. La Pira non appartiene a Pozzallo, Messina o Firenze, ma è stato uno spirito libero. Appartiene all’umanità ed è un cittadino del mondo perché è stato profeta della pace. Non una pace locale, ma una pace universale e ha lavorato e dialogato con tutti”.
Roberto Ammatuna nel suo discorso a chiusura della conferenza ha ringraziato quanti si sono spesi per celebrare questo evento importante per un figlio e cittadino illustre di Pozzallo.
Nel suo intervento Ammatuna ha dichiarato di aver avviato le procedure per concedere la cittadinanza straordinaria al Vescovo Salvatore Rumeo e a Padre Ibrahim Faltas per l’impegno e le dedizione spesa a favore della pace.
“La Pira è un visionario – ha affermato Roberto Ammatuna – un utopista. Lui ha pensato che l’unico modo per realizzare la pace è quello di sedersi attorno a un tavolo”.
Inoltre, Ammatuna ha accettato l’invito a far gemellare la città di Pozzallo con Betlemme perché ritiene che questo è un piccolo contributo per far avanzare la pace.
A conclusione dell’Incontro Mediterraneo sulla Pace, il Vescovo Rumeo ha detto che adesso bisogna proseguire a far conoscere il pensiero lapiriano, in particolare ha annunciato la sua intenzione di realizzare un Convegno di Studi sul magistero e il pensiero di La Pira su tre sedi: Pozzallo, Firenze e Betlemme.
La giornata si è conclusa con la celebrazione di una Messa in Chiesa Madre, alla presenza delle autorità civili e militari della provincia di Ragusa e di numerosi fedeli pozzallesi.
Nel corso dell’Omelia il vescovo ha ricordato che “raggiungere il paradiso è un impegno arduo e che questo è possibile solo grazie all’esempio dei santi. L’esempio del venerabile La Pira è una testimonianza imperante”.
“Il vangelo – ha sottolineato Mons. Rumeo – è la fonte di ispirazione per Giorgio La Pira. La sua è una visione profetica importante e si basa sull’ascolto degli altri e sulla preghiera. Giorgio La Pira non aveva paura dei suoi avversari. Non curava la sua immagine, ma andava dritto al cuore e alla mente delle persone. Viveva tutto in uno spirito evangelico, per lui la politica era servizio, perché prontamente innamorato di tutto l’uomo”.
In conclusione della sua omelia, mons. Rumeo ha inviato a riflettere su come La Pira abbia saputo coniugare vita di fede e vita attiva, inculcando nei giovani la sete per i grandi ideali, perché “la vita è servizio e dono unico. Il sogno di La Pira è un sogno universale in cui nessuno è escluso. Il suo sogno tradito e incompreso alle volte, deve interpellare le coscienze di ciascuno e deve essere ripreso con audacia. Siamo chiamati a costruire ponti di vera fraternità”.
In conclusione, Giorgio La Pira è stato un pensatore la cui eredità si riflette nelle sue azioni e nell’ispirazione che ha fornito a coloro che condividono il suo impegno per la giustizia sociale, la pace e il servizio alla comunità.
(di Pierpaolo Galota)