• 22 Novembre 2024 14:16

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Lunedì della I settimana di Avvento

Letture: Is 2,1-5; ; Sal 121; Mt 8,5-11

Riflessione biblica

“Gesù gli rispose: “Io verrò e lo curerò” (Mt 8,5-11). È la promessa di Gesù: viene Gesù, per portare a compimento l’opera di salvezza, voluta dal Padre: “Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà” (Ebr 10,7). Viene Gesù, per rimanere con noi e ricolmarci della sua grazia: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14). Viene Gesù per guarirci della nostre fragilità umane: “Folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie” (Lc 5,15). Viene Gesù, e noi andiamo incontro a lui con fede sincera: “Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ solo una parola e io, tuo servo, sarò guarito”. Non è una formula, ma convinzione di fede: senza Gesù la nostra vita sarebbe senza un appoggio sicuro e valido. Con fede umile: “Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi trema alla mia parola” (Is 66,2). Con fede pronta: a dire sì al progetto di salvezza di Dio, a farci guarire dal suo amore infinito, a collaborare con lui per operare il bene a favore di chi ha bisogno. “Verrò e lo guarirò”: con la sua parola ci illumina e ci illustra il cammino della santità, vera guarigione dell’anima. Il suo avvento tra noi ci stimola a crescere, anzi che “Gesù cresca e il nostro io diminuisca” (Gv 3,30). La sua dimora in noi e tra noi sarà sorgente di grazia e di benedizione: guardando Gesù e sentendolo vivo e operante ci stimolerà a camminare nell’amore come lui ha camminato (1Gv 2,6). La sua grazia illuminerà gli occhi della mente e del cuore per amare come lui ha amato: “Se camminiamo nella sua luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (1Gv 1,7) e ci guarirà dalle nostre miserie, per vivere nell’amore e per l’Amore.

Lettura esistenziale

“Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo” (Mt 8, 6). La prima grande lezione del vangelo di oggi ci viene da questa iniziale parola pronunciata dal centurione romano. Paradossalmente egli non chiede, ma racconta a Gesù quello che sta vivendo, e consegna a Gesù la sofferenza di questo suo servo, che a quanto pare gli deve stare particolarmente a cuore se si mette a cercare una soluzione. Quali sono le cose che ci stanno a cuore? Dovremmo imparare a raccontarle a Gesù. A raccontare a Gesù la nostra sofferenza o la sofferenza che incontriamo sul nostro cammino, specie nel volto dei fratelli che incrociamo. La preghiera è innanzitutto la consegna di ciò che viviamo a Dio. Prima ancora di essere una richiesta, è una sorta di affidamento. Mai dimenticherò l’atto di fiducioso abbandono di una mia consorella che, nella sua vecchiaia, qualunque situazione vivesse, diceva: “Gesù, mi fido di Te!”. E nemmeno dimenticherò mai l’insegnamento di un’altra consorella che mi diceva: “Quando diciamo a Gesù: ‹‹Mi fido di Te!››, mi immagino che Gesù risponda a tono ‹‹Ed io mi fido di te! Vediamo cosa sai fare››. Che bello! Se noi siamo chiamati ad avere fede in Dio, il primo credente è proprio Dio che ripone in noi così tanta fiducia. Non diamogli l’ennesima delusione. Non se lo merita.