Intervista a Radio Vaticana rilasciata da padre Mario Magro, rogazionista, rettore della Basilica di Sant’Antonio a Messina e presidente del Collegamento nazionale Santuari italiani.
Quale importanza rivestono oggi i santuari nel cammino di fede dei credenti?
I santuari rivestono un’importanza davvero straordinaria, perché i fedeli vengono per fare un’esperienza di fede nei santuari. Spesso, sono fedeli che sono lontani dalla fede e ricominciano questo cammino proprio in un luogo speciale, dove la presenza di Dio è stata molto forte, anche attraverso la presenza della Vergine o di reliquie di santi, per cui è facile fare un cammino di fede, approfondire i temi della fede, della speranza, della carità, che sono le realtà che poi prendono il cuore dei credenti, soprattutto la speranza. In un mondo così lacerato, come quello in cui viviamo oggi, la speranza è diventata fondamentale: dare un po’ di fiducia che il domani possa essere migliore di oggi. I santuari, in questo lavoro, riescono a percepire e a recepire questo bisogno forte della gente e quindi aiutano i fedeli a camminare.
Lei ha una visione globale dei santuari italiani, quali sono i luoghi di culto più frequentati, quelli che i più lontani dalla fede vedono come luoghi di accoglienza?
I santuari italiani sono circa 3mila, in stragrande maggioranza sono dedicati alla Vergine e poi ce ne sono diversi altri dedicati a diversi santi, come Sant’Antonio, Sant’Alfonso e altri ancora. La realtà italiana è una realtà profondamente legata alle tradizioni che si sono sviluppate in certi territori, attraverso apparizioni di Maria ad esempio. Si pensi alla grande devozione che c’è a Pompei, dove non c’è stata una apparizione della Vergine, ma c’è stata la grande forza della preghiera di Bartolo Longo dinanzi al quadro della Vergine. Un quadro che già esisteva, ma che non era guardato quasi da nessuno. Bartolo Longo lo porta nel territorio di Pompei e si sviluppa una grandissima devozione, oggi diffusa in tutto il mondo. Tanti altri santuari sono nati lì dove non c’era nulla, e si è sprigionata una grande spiritualità, una spiritualità che poi fa presa nel cuore dei credenti. Possiamo ricordare a Loreto la Santa Casa, Sant’Antonio a Padova. E percorrendo l’intera penisola italiana, in Sicilia, ad esempio, a Siracusa, c’è la Madonna delle lacrime, una realtà un po’ più recente, ma molto forte, molto sentita, e poi la Madonna di Tindari, dove c’è un panorama straordinario. Sembra, quasi, che il Signore l’abbia voluto scegliere questo santuario in un luogo così bello, un paesaggio straordinario. D’altra parte, anche questo aiuta molto i fedeli a ritornare a Dio, a contemplare la bellezza di Dio attraverso il creato. Che è, poi, quello che Papa Francesco ci dice oggi, che dobbiamo prenderci più cura del creato e dobbiamo esserne custodi.