• 22 Novembre 2024 9:28

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi

Letture: Gio 3,1-10; Sal 129; Lc 10,38-42

“Maria, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi” (Lc 10,38-42). Due persone: immagini dell’azione e della contemplazione, dell’amore a Dio e al prossimo. Non vanno disgiunte né contrapposte. L’amore a Dio è il fondamento dell’amore al prossimo, l’amore al prossimo si basa sul comandamento di Gesù: “Ama-tevi come io vi ho amato” (Gv 15,12.17).

La contemplazione ci prepara all’azione: “Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto” (Gv 15,5); l’azione si svolge in Gesù, con Gesù e per Gesù. Se ciò è vero, accogliere Gesù è necessario per la nostra vita spirituale e di sequela del Signore che viene in noi e in mezzo a noi: non importa ciò che si fa, ma che “tutto quello che facciamo in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù” (Col 3,17), cioè in pieno ascolto della sua parola di vita e in comunione con lui.

Marta accoglie Gesù: apre la porta della sua casa, gli offre ospitalità, desidera onorarlo nel migliore dei suoi modi femminili; la presenza del Signore era in lei e nel suo operare: in lei il volere e l’operare erano secondo un disegno di amore, servire il Signore nell’amore. Con il suo operare ricorda a Maria una grande verità: “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21).

Maria non parla, ma il suo atteggiamento silenzioso e attratto ricorda a Marta che rimanere in Gesù è necessario: “dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21). Inoltre, “solo lui ha parole di vita eterna” (Gv 6,68) e la sua parola è luce: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 119,105). Rimanere in Gesù è importante, in quanto la comunione con lui ci libera dal nostro egoismo e ci apre alla ricchezze dell’amore.