• 22 Ottobre 2024 17:16

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

 Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario

Letture: Ag 1,1-8; Sal 149; Lc 9,7-9

Riflessione biblica

Erode diceva: Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?” (Lc 9,7-9). Povero Erode, lacerato dai rimorsi: arroganza, rimorso, paura, curiosità, preoccupazione per il futuro non lo lasciavano in pace. Non basta uccidere i profeti, bisogna cancellarne la memoria dalla mente e dal cuore di chi li ha ascoltati. Continuava a sbagliare Erode: sente parlare di Gesù e del suo messaggio di conversione e di rinnovamento spirituale, ma continua ad operare secondo interessi politici e di curiosità: “Da molto tempo desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui” (Lc 23,8). “Cercava di vederlo”: la ricerca è cosa buona e utile per conoscere una persona. Ma non basta ricercare e conoscere la verità storica su Gesù e neppure di essere esperti di cristologia, bisogna convertirsi, lasciare che la parola di Gesù trasformi la mente e il cuore per “offrire tutto noi stessi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” (Rom 12,1). È solo la fede che ci fa conoscere Gesù: la ricerca costante, assidua e fiduciosa di “conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendoci conformi alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti” (Fil 3,10-11). La vera conoscenza di Gesù è immedesimazione totale al suo mistero di vita e di morte con lui: “Mi lascio crocifiggere con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,19-20). L’identità di Gesù è la nostra identità di credenti: “L’amore del Cristo ci spinge; e noi sappiamo bene che egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro” (2Cor 5,14-15).

Lettura esistenziale

“Chi è dunque costui?” (Lc 9, 9). Erode si poneva questa domanda e desiderava vedere Gesù, ma solo per curiosità e perché era dominato dalla paura che un altro potesse privarlo del trono. Altri invece si chiedono chi sia Gesù e vogliono conoscerlo per motivazioni certamente più valide. Alcuni associavano Gesù a Giovanni Battista e a Elia. Altri lo identificavano con un Profeta, cioè con una persona che parla a nome di Dio. Ma il Figlio dell’uomo è solo un grande Profeta, un eccezionale psicologo; uno dotato di grandi poteri taumaturgici, un uomo di grande carisma, un santo, il più importante, a cui rivolgersi per ottenere una grazia? Oppure è il Signore, il Risorto, Colui che ha fatto nuove tutte le cose? Chi è Gesù? Questa domanda attraversa tutto il Vangelo ed esige una risposta personale. È una delle domande più inquietanti che il Maestro stesso pone ai suoi discepoli: “Voi chi dite che io sia?” (Mc 8, 29). È una domanda, sempre attuale, che impone al cristiano di interrogare se stesso. Gesù è Colui che dà senso alla nostra vita. Per usare le parole di una nota canzone di Claudio Baglioni: “Senza te che sarei?”. Cosa sarebbe la nostra vita senza Cristo Gesù Signore nostro? Sì, è vero non tutti conoscono Gesù, ma Lui conosce tutti. Non tutti credono in Gesù, ma Lui crede e ha fiducia in ciascuno. Chi è Gesù “per te”? Questa domanda richiede la tua personalissima risposta. La risposta tua, non quella letta sui libri (il nostro Maestro se ne accorge se hai sbirciato nel quaderno altrui per copiare, è meglio non rischiare di fare una magra figura…). La risposta tua, ribadisco, frutto dell’esperienza che tu hai fatto di Lui nella tua vita.