• 22 Novembre 2024 9:36

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della V settimana del Tempo Ordinario

Letture: At 14,19-28; Sal 144; Gv 14,27-31

Riflessione biblica

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” (Gv 14,27). Parole vere: la pace di Gesù non è la pace del mondo, un misto di compromesso e desiderio di vivere nel benessere, è più uno stato d’animo che un relazione di amore. La pace del mondo è fragile: cade a causa degli egoismi umani personali e nazionali e dei molti interessi. La pace di Gesù è dono di grazia, che viene dall’alto ed è posto nel cuore. È incontro con il Dio della pace: nasce dal suo amore e si vive nell’intimità di amore che ci rende santi e ci fa vivere da figli di Dio nell’amore reciproco: “Beati gli operatori di pace saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9). È un rapporto personale con Gesù: “Lui è la nostra pace” (Ef 2,14). Nella comunione con Gesù troviamo quella pace interiore che ci fa accettare la volontà di Dio nella gioia e nel dolore: nella sua volontà è nostra pace (Dante). È opera dello Spirito di Dio, che produce in noi “il frutto dell’amore, che è gioia, pace, pazienza, benevolenza ed equilibrio interiore” (Gal 5,22). Se la pace di Gesù regna nel cuore, non è questione di benessere o di sofferenza, ma di intima comunione con Gesù, per compiere insieme a lui la volontà di Dio, il suo progetto di amore stabilito per la nostra salvezza. Tale pace “custodirà i nostri cuori e le nostre menti in Cristo Gesù” (Fil 4,7) e chi ha la pace di Dio nel cuore, “non si angustia per nulla, ma in ogni circostanza fa presenti a Dio le proprie richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti” (Fil 4,6). Di più, entriamo in relazione personale con Cristo, per condividere con lui gioie e sofferenze, edificare il corpo di Cristo nell’unità, nella santità e nell’amore: “Cerchiamo ciò che porta alla pace e all’edificazione vicendevole (Rom 14,19) e “la pace di Cristo regni nei nostri cuori, perché ad essa siamo stati chiamati in un solo corpo”

Lettura esistenziale

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” (Gv 14, 27). La pace che viene a portarci Cristo è una pace radicalmente diversa da quella che dà il mondo. Essa non è legata alle circostanze esterne ma alla sua stessa Persona e lui non viene mai meno. La vita del discepolo di Cristo non è una vita facile, non è un cammino in discesa, non è una via senza ostacoli. Dunque la pace che Cristo ci dona non consiste nell’assenza della croce, ma nella certezza della vittoria di Cristo sul male e sulla morte. È come se Gesù invitasse a guardare in alto, a vivere orientati verso la meta che ci attende: il Padre. Il dono della pace implica il coinvolgimento di tutta la persona e delle sue relazioni. È pace con Dio, nel vivere secondo la sua volontà. È pace interiore con se stessi ed è pace esteriore con il prossimo e con tutto il creato. Pensieri, parole e gesti di pace creano una mentalità e una cultura della pace, un’atmosfera di rispetto, di onestà e di cordialità. È questo un lavoro lento, perché suppone un’evoluzione spirituale e un’educazione ai valori più alti. Occorre rinunciare alla falsa pace che promettono gli idoli di questo mondo e ai pericoli che la accompagnano, a quella falsa pace che rende le coscienze sempre più insensibili e che porta verso il ripiegamento su se stessi. Al contrario, la pedagogia della pace vera implica azione, compassione, solidarietà, coraggio e perseveranza.