“Voi giornalisti siete come i preti, oggi più che mai – ha aggiunto –. Si sceglie di fare il giornalista per amore, per vocazione, per amore del popolo. Ed avete una grande responsabilità verso il popolo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, intervenendo al corso di formazione, che si è tenuto sabato scorso nella sede dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, organizzato dall’Ucsi Sicilia e condiviso dall’OdG Sicilia e dall’Ufficio comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Palermo. Un’occasione per raccontare il riscatto dalle mafie, il percorso culturale e di educazione, attraverso due figure esemplari, quella del beato don Pino Puglisi e quella di don Peppe Diana, uccisi entrambi dalla criminalità organizzata.
Al presule l’Ordine dei giornalisti ha anche fatto dono di una targa per la sua presenza tra le strade di Palermo. La lettura di un passo della lettera più nota di don Peppe Diana, “Per amore del mio popolo”, alla forania nella quale chiedeva un impegno civico contro la camorra e che fa da apripista nel dibattito al confronto tra i due martiri della giustizia e martiri della fede. E qui il pensiero del presule: “Non vi è alcuna differenza tra i due termini – ha sottolineato l’arcivescovo –. Un martire di giustizia e un martire della fede sono la stessa cosa perché la fede non è altra cosa rispetto alla vita, la fede può essere solo una fede operante perché la fede, soprattutto cristiana, è una visione della storia riscatta dal male”.
Analogie e differenze tra i due sacerdoti le cui vite sono state un percorso di educazione, sono state l’esempio di una Chiesa presente e impegnata in prima linea, viva e attiva ad aiutare i più deboli e le vittime più giovani delle mafie e della mafiosità, che sono state messe in luce attraverso i racconti/testimonianze dei due relatori coinvolti: Francesco Deliziosi, caporedattore del Giornale di Sicilia e autore dei libri “Se ognuno fa qualcosa si può fare molto. Le parole del prete che fece paura alla mafia” e “Pino Puglisi, il prete che fece tremare la mafia con un sorriso”, e Luigi Ferraiuolo, giornalista di Tv2000 e autore del libro “Don Peppe Diana e la caduta di Gomorra”.