Nel caso della dispersione “esplicita”, ossia l’insieme di comportamenti e atteggiamenti messi in atto dai ragazzi volti ad evitare la scuola; l’abbandono scolastico nella maggior parte delle regioni del sud va ben oltre la media nazionale (12,7%), in testa Sicilia (21,1%) e Puglia (17,6%), e valori decisamente più alti rispetto a Centro e Nord anche in Campania (16,4%) e Calabria (14%).
Anche prendendo in esame la percentuale dei Neet (giovani che non studiano e non lavorano) che in Italia è del 23,1%, in regioni come Sicilia, Campania, Calabria e Puglia i 15-29enni nel limbo hanno addirittura superato i coetanei che lavorano (3 giovani Neet ogni 2 giovani occupati).
Se guardiamo poi alle competenze nelle singole materie, in Campania, Calabria e Sicilia più del 60% degli studenti non raggiungono il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70% degli studenti in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.
La situazione nel resto d’Europa
La dispersione scolastica, il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, si è attestato in Italia al 12,7%, ancora lontano dal traguardo fissato dal Consiglio dell’Ue del 9% entro il 2030.
Su questo fronte solo Spagna e Romania fanno peggio di noi in Europa, rispettivamente con il 15,3 e 13,3%. Il 9,7% degli studenti con un diploma superiore nel 2022 si ritrova in condizioni di dispersione ‘implicita’, cioè senza le competenze minime necessarie (secondo gli standard Invalsi) per entrare nel mondo del lavoro o dell’Università.