• 22 Novembre 2024 19:33

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato della VII settimana di Pasqua

Letture: At 28,16-20.30-31; Sal 10;  Gv 21,20-25

Riflessione biblica

“Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi”(Gv 21,20-25). Ci sono tre cose, nel finale del Vangelo di Giovanni, che vanno sottolineate. “Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù…” (Gv 21,25): non è importante ricordare tutti i detti detti e fatti di Gesù, ma che essi siano nella nostra mente e nel nostro cuore, per testimoniarli con la nostra vita di fede e di amore. Non è necessario fare lo sforzo di ricordarli tutti, ma affidarci allo Spirito Santo: egli ci ricorderà tutto, ce li farà comprendere e ci darà la forza per metterli in pratica.Frati-francescani-300x169 Tu seguimi! Nella docilità allo Spirito Santo, saremo “Vangelo vivente”: per mezzo nostro Gesù continuerà a dare la buona notizia della salvezza, ad aprire i cuori di chi ancora non crede, a compiere i prodigi del suo amore misericordioso. “Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?” (Gv 21,22): non è la curiosità che ci fa scoprire le vie della salvezza. Solo l’amore ci fa camminare in Gesù, via verità e vita. L’amore è frutto dello Spirito, quindi l’importante è lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio: “Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni fino ai confini della terra” (At 1,7-8). Non è la curiosità, ma la docilità allo Spirito che ci fa compiere il progetto di Dio: “Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza” (Gc 1,21), e raggiungere quella santità che compie la volontà di Dio: “Questa è volontà di Dio, la vostra santificazione” (1Tes 4,3). frati21-300x225 Tu seguimi!“Tu, seguimi” (Gv 21,22): “Chi dice di essere discepolo di Gesù, deve camminare come lui ha camminato” (1Gv 2,6); chi dice di amare Gesù, deve rinunciare a se stesso, seguire il suo insegnamento, portare la croce con lui, divenire suo amico: “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15,14-16). Seguiamo Gesù e “corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio” (Ebr 12,1-2).

Lettura esistenziale

pietro-300x151 Tu seguimi!“Gesù gli rispose: ‹‹Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi›› (Gv 21, 22). C’è un interesse per la vita degli altri che è ispirato da buoni sentimenti, mentre ce n’è un altro dettato solo da vana curiosità o gelosia e simili. Dalla descrizione che ne fa il Vangelo e soprattutto dalla risposta che dà Gesù, sembra che l’interesse di Pietro nei confronti del discepolo che Gesù amava, sia dettato più che altro da una reazione di gelosia o di curiosità, tipicamente umana. Quando si guarda troppo alla vita altrui, soprattutto quando se ne osservano i difetti, si perde di vista il proprio cammino di conversione e di sequela. Gesù risponde a Pietro quasi con un rimprovero, esortandolo a badare a se stesso. Gesù non chiede l’uniformità ai suoi discepoli. Come direbbe il Beato Carlo Acutis: Dio non ci ha creati come fotocopie, ma come esseri originali.

gesu_apostoli-300x232 Tu seguimi!Ogni persona è unica, irripetibile e speciale agli occhi di Dio. Persino tra i Santi non ce n’è uno uguale ad un altro. Ognuno di noi ha la propria storia, le proprie caratteristiche e la propria chiamata che è importante scoprire. Dio ha fede nell’uomo. Ha fiducia in me e in te e la Sua fede è veramente grande e sconfinata, da riuscire a muovere la montagna della nostra mediocrità e incredulità e capace di metterci in movimento verso di Lui e di stimolare in noi una sana inquietudine. L’unica vera santa inquietudine che dovremmo coltivare è quella di diventare santi. Di vivere da santi. Non dice forse la Scrittura: “Siate santi perché io sono Santo?” (1Pt 15, 16). E Gesù ci esorta: “Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5, 48).

A questo essere umano, capace talvolta di compiere gesti che non gli si addicono affatto, Dio continua a dire: “Tu sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima ed io ti amo” (Is 43, 4).