• 22 Novembre 2024 20:07

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della IV settimana di Pasqua

Letture: At 11,19-26; Sal 86; Gv 10,22-30

Riflessione biblica

“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono” (Gv 10,22-30). Ecco l’identità del cristiano: uno che ascolta la voce di Gesù, è da lui conosciuto, lo segue. Ascoltare: è prestare attenzione alle risonanze che la parola di Gesù produce in noi; l’ascolto ci apre alla conoscenza e fa penetrare Gesù nel nostro cuore. parola-1 Ascoltare per seguireAscoltare Gesù è necessario: senza l’ascolto, non possiamo conoscere Gesù; senza conoscere Gesù, non possiamo seguirlo; senza seguirlo, non possiamo avere la vita eterna: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5,24). Il credente è un uomo saggio, che fonda la sua esistenza su Gesù: “Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia” (Mt 7,24). E “la roccia è Gesù” (1Cor 10,4). Conoscere: dall’ascolto nasce la conoscenza, non solo quella intellettuale, che ci permette di comprendere il messaggio di Gesù, ma la conoscenza del cuore, che ci rende saggi nella verità, operosi nella carità e aperti al futuro di Dio nella fede e nella speranza: “Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui” (Ef 1,17). parola-300x157 Ascoltare per seguireTale conoscenza non viene dalle capacità umana, ma dalla docilità allo Spirito di Dio: “Dio vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito” (Ef 3,16). Ma non basta conoscere Gesù e il suo Vangelo, bisogna che egli ci riconosca come suo pecorelle. E il segno di riconoscimento è la presenza dello Spirito in noi: “Il Padre vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi” (Gv 14,16-17). Seguire: fare il cammino di amore di Gesù, abbracciando ogni giorno la Croce e amando alla maniera di Gesù. Ciò è possibile solo se siamo docili all’azione dello Spirito in noi: “Se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio” (Rom 8,13,14).

Lettura esistenziale

buon-pastore1-300x167 Ascoltare per seguire“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute” (Gv 10, 26-27). La Chiesa antica ha trovato nella scultura del suo tempo la figura del pastore che porta una pecora sulle sue spalle. Per i cristiani questa figura era con tutta naturalezza l’immagine di Colui che si è incamminato per cercare la pecora smarrita: l’umanità; l’immagine di Colui che ci segue fin nei nostri deserti e nelle nostre confusioni; l’immagine di Colui che ha preso sulle sue spalle la pecora smarrita, che è l’umanità, e la porta a casa. È divenuta l’immagine del vero Pastore: Gesù Cristo.

Gesù è il Buon Pastore nel quale Dio stesso si prende cura della sua creatura, l’uomo, e lo conduce al vero pascolo. Il pastore dà la sua vita per le pecore. Il mistero della Croce sta al centro del servizio di Gesù quale pastore. pastore-300x225 Ascoltare per seguireEgli dona se stesso, e non solo in un passato lontano, ma ogni giorno, nella sacra Eucaristia. L’Eucaristia è un incontrare il Signore che per noi si spoglia della sua gloria divina, si lascia umiliare fino alla morte in croce e così si dona a ognuno di noi.

Essa perciò deve diventare per noi una scuola di vita, nella quale impariamo, a nostra volta, a donare anche noi la nostra vita. La vita non la si dona solo nel momento della morte e non soltanto nel modo del martirio, ma dobbiamo donarla giorno per giorno. Occorre imparare giorno per giorno che non possediamo la nostra vita per noi stessi. Giorno per giorno dobbiamo imparare ad abbandonare noi stessi per essere disponibili a ciò che il Signore ci chiede.

Donare la vita, rende liberi. Solo chi dona la propria vita, la vive in pienezza.